Ultimo aggiornamento il 10 Agosto 2024 by Giordana Bellante
In un triste frangente di eventi che ha colpito le vette alpine italiane e francesi, il destino di Loic Hallouin, un giovane alpinista francese di 20 anni, e Roberto Sebastiano Greco, un escursionista milanese di 67 anni, si è incrociato a causa di tragici incidenti avvenuti in montagna. Queste vicende, che hanno dimostrato la pericolosità delle escursioni in alta quota, hanno coinvolto anche una terza vittima, una ragazza di 31 anni, apportando un ulteriore strato di tristezza a questo racconto di sfortuna e avventura.
L’incidente di Loic Hallouin: un sogno di scalata al Monte Bianco
La storia di un giovane alpinista
Loic Hallouin, aspirante ingegnere proveniente da Tolosa, era da tempo appassionato di alpinismo e aveva come obiettivo la celebre via del Monte Bianco. Entusiasta di affrontare la sfida, Loic si era unito a due amici di 19 e 20 anni per tentare la scalata di uno dei pilastri più temuti: il pilone centrale del Freney. Questo massiccio di granito è noto per la sua storia drammatica, avendo visto la tragica ascesa di una spedizione nel 1961, che portò alla morte di quattro alpinisti. Tuttavia, le ambizioni di Loic si sono interrotte in modo tragico quando, durante la salita, è scivolato su una roccia instabile e ha perso la vita, precipitando per oltre 400 metri.
Dinamica dell’incidente
L’incidente è avvenuto nelle prime ore del mattino, intorno alle 5, dopo che i tre alpinisti avevano trascorso la notte al bivacco Eccles, a 3.860 metri di altitudine. Mentre procedevano verso la vetta, Loic ha perso l’equilibrio e i suoi amici hanno assistito impotenti alla sua caduta. Malgrado i tentativi di recupero, il corpo di Loic è rimasto intrappolato nel ghiacciaio del Freney, e il suo recupero è stato effettuato successivamente dai soccorritori. A seguito dell’intervento del Soccorso alpino valdostano, il corpo è stato trasportato alla camera mortuaria del cimitero di Courmayeur.
La tragedia di Roberto Sebastiano Greco: la scomparsa di un docente
Il professore in montagna
Roberto Sebastiano Greco, docente a contratto alla Statale, era in villeggiatura ai piedi del Monte Rosa quando ha intrapreso un’escursione solitaria verso il colle della Vecchia, situato a 2.185 metri di altitudine. Con un’ampia esperienza nel campo della comunicazione e anche in agenzie pubblicitarie internazionali, Greco rappresentava la figura di un uomo affermato, ma la sua passione per la montagna si è rivelata fatale.
Le ricerche e il ritrovamento del corpo
Dopo che i familiari non lo hanno visto rientrare nel pomeriggio, hanno avviato le ricerche che hanno coinvolto il Soccorso alpino valdostano, i vigili del fuoco e le forze dell’ordine. Inizialmente, il segnale del suo cellulare è stato agganciato nelle vicinanze delle cascate di Niel, ma successivamente non si è più registrato. Le ricerche si sono intensificate, sono stati effettuati sorvoli in elicottero e impiegati unità cinofile. La speranza si è spenta quando è stato trovato il corpo di Greco in una scarpata, non lungo il sentiero che lui aveva pianificato di seguire.
Il dramma condiviso: la terza vittima
Vittima sconosciuta
Oltre a Loic e Roberto, questo tragico scenario ha coinvolto anche una giovane ragazza di 31 anni che stava percorrendo il sentiero Cai 675 nei pressi di Succiso, sull’Appennino reggiano. La giovane, in compagnia del suo compagno, è caduta in un dirupo di circa 100 metri. In questo caso, è stato il fidanzato a dare l’allerta, tuttavia è stato troppo tardi per salvarla. Anche per lei, il recupero della salma è avvenuto da parte dei soccorritori, che hanno affrontato le difficili condizioni del terreno per portare il corpo a valle.
Dall’Appennino alle Alpi, le storie di queste tre vite spezzate portano con sé il peso della tragedia e la consapevolezza dei rischi insiti nell’alpinismo e nelle escursioni in montagna.