La casa di Michele Fresi, il 27enne accusato di aver ucciso suo padre, è stata perquisita ieri mattina dai carabinieri del reparto territoriale di Olbia. Durante la perquisizione, sono state trovate marijuana, Lsd e alcune piantine di cannabis. Queste sostanze stupefacenti sono state anche utilizzate dal giovane la sera in cui ha commesso l’omicidio.
Questa non è la prima perquisizione che viene effettuata nell’abitazione di Fresi. Infatti, già l’11 gennaio, i carabinieri del Ris di Cagliari avevano eseguito una perquisizione su disposizione della Procura di Tempio Pausania. L’obiettivo era trovare possibili tracce ematiche. Durante questa perquisizione, sono state sequestrate anche le sostanze stupefacenti ritrovate ieri.
Michele Fresi, assistito dall’avvocato Pierfranco Tirotto, ha ammesso di aver fatto uso di acidi e altre sostanze stupefacenti la sera in cui ha commesso l’omicidio. Inoltre, ha dichiarato di aver assunto droghe anche in compagnia di una ragazza di 24 anni prima di continuare la sua serata in alcuni locali di Arzachena. Al momento dell’arresto, Fresi era in preda ad allucinazioni e sosteneva di essere aggredito dagli alieni. La difesa sostiene che questo aspetto potrebbe indicare un’instabilità mentale e psichica del giovane, che è strettamente legata al suo abuso di sostanze stupefacenti da diversi anni.
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