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Tre perquisizioni a Torino contro militanti di estrema destra: accuse di usurpazione di funzioni pubbliche

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Questa mattina, la polizia di Stato della questura di Torino ha effettuato tre perquisizioni a carico di tre militanti di estrema destra su mandato della procura del capoluogo piemontese. Gli indagati sono accusati di usurpazione di funzioni pubbliche per aver organizzato ronde nei quartieri di Torino, con l’intento di allontanare presunti spacciatori, promuovendo le loro azioni sui social media. L’operazione della Digos arriva in un contesto di crescente preoccupazione per le attività di gruppi autonominatisi coadiutori delle forze dell’ordine.

L’operazione della Digos e il materiale sequestrato

Perquisizioni e elementi trovati

Nell’ambito delle indagini, gli agenti della Digos hanno messo in atto le perquisizioni, recuperando diversi elementi cruciali. Sono stati sequestrati indumenti utilizzati dagli indagati durante le ronde anti-spaccio nelle zone di Barriera di Milano, Aurora e nella zona pedonale di Vanchiglia, non lontano dal centro sociale Askatasuna. Tra gli oggetti trovati vi è anche un tirapugni, una pistola a salve completa di munizioni e una placca identificativa simile a quelle in uso alle forze di polizia.

Questo materiale è di particolare interesse per le autorità poiché dimostra la gravità delle azioni intraprese dai gruppi di militanti. Gli investigatori hanno anche raccolto diversi dispositivi informatici, la cui analisi potrebbe fornire ulteriori informazioni sulle operazioni di queste ronde e sulle modalità di comunicazione degli indagati. La Digos sta ora esaminando tutti i materiali per comprendere la portata della rete di organizzazione di queste iniziative.

L’identità degli indagati e le loro attività

I militanti e il loro profilo pubblico

Tra i tre indagati spicca il nome di Frank Mascia, conosciuto tiktoker ed ex pugile. Mascia è una figura controversa, rappresentante di un nazionalismo di estrema destra, che ha guadagnato visibilità sui social media per la sua retorica provocatoria. In passato, è stato al centro di polemiche per alcuni video girati a giugno, nei quali eseguiva il saluto romano e lanciava appelli a raduni di simpatizzanti. Pur non essendo associato formalmente a nessun gruppo di estrema destra, la sua partecipazione attiva nell’organizzazione di manifestazioni e ronde ha galvanizzato un certo pubblico.

Mascia ha tentato di entrare nella scena politica locale candidandosi con la Lega a Settimo Torinese durante le ultime amministrative, ma la sua aspirazione non ha avuto fortuna, raccogliendo solamente 14 voti. Questo è un riflesso della marginalità delle sue posizioni all’interno del panorama politico, nonostante il forte impatto mediatico delle sue iniziative.

L’uso dei social per la promozione delle ronde

Le ronde organizzate dai gruppi, evidentemente, facevano parte di una strategia di marketing virale, con video e informazioni condivisi prevalentemente attraverso piattaforme come Tik Tok. Il profilo di Mascia ha giocato un ruolo centrale nella diffusione di tali contenuti, rendendo pubbliche le loro azioni. La scelta dei social media, in particolare quelli più orientati ai giovani, sembra mirata a costruire un seguito solido e ad attrarre nuove reclute in questo tipo di iniziative. Questi video non solo documentavano le ronde, ma cercavano anche di legittimare l’attività di vigilanza nei confronti dei presunti spacciatori.

L’episodio di aggressione dopo la manifestazione anti-spaccio

Violenza e tensione nei quartieri torinesi

Un episodio di particolare gravità è avvenuto a luglio, quando una manifestazione anti-spaccio organizzata dagli stessi gruppi ha portato a un’aggressione nei confronti di un giovane nigeriano nei pressi dei giardini del parco Sempione, situato nella periferia nord di Torino. Questo fatto ha acceso ulteriormente i riflettori sull’operato di questi militanti.

Le conseguenze di episodi del genere sono tenute sotto osservazione dagli investigatori e dalle autorità locali, poiché non solo riflettono gravi problematiche sociali, ma anche il rischio di escalation della violenza nei quartieri già segnati da tensioni. Le ronde organizzate, giustificate come azioni di sicurezza, possono facilmente trasformarsi in atti di violenza e intimidazione, alimentando una spirale di conflitti tra diversi gruppi etnici e le autorità.

L’attenzione mediatica e delle forze dell’ordine verso queste manifestazioni diventa quindi fondamentale non solo per garantire la sicurezza, ma anche per prevenire ulteriori conflitti e difendere i diritti di tutte le persone che vivono nelle aree interessate. Senzo ombra di dubbio, gli sviluppi di queste indagini saranno seguiti con grande interesse dalla comunità locale e nazionale.

Redazione

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