nuova rete europea per l'innovazione nei tumori: cnao guida le radioterapie avanzate nel 2025
La Joint Action dell’Unione Europea ha ufficialmente avviato la sua iniziativa sugli European Networks of Expertise on Cancer, con l’intento di migliorare l’accesso ai trattamenti innovativi per il cancro e ridurre le disparità regionali in Europa. Questo progetto mira a garantire un accesso equo alle cure oncologiche, affrontando le sfide legate all’innovazione in oncologia.
La nuova Rete Europea di Competenza sulle Risorse Mediche ad Alta Tecnologia si propone di rimuovere gli ostacoli che limitano l’accesso all’innovazione in oncologia. Tra i principali obiettivi vi è l’eliminazione delle disparità territoriali e la promozione dell’equità nell’accesso alle cure oncologiche. Questa iniziativa è parte della Joint Action (Ja) dell’Unione Europea, che si concentra sugli European Networks of Expertise (NoEs). La rete si focalizza su sette settori specifici, tra cui la medicina nucleare, la radiomica, le radioterapie innovative, le tecniche chirurgiche avanzate, i metodi fisici di ablazione, le terapie cellulari avanzate e la sperimentazione ex vivo di farmaci. Il CNAO (Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica) di Pavia è stato selezionato, insieme al Centre Léon Bérard di Lione, per guidare l’area delle radioterapie innovative.
Gianluca Vago, professore e presidente del CNAO, ha sottolineato l’importanza di questa rete come un’opportunità unica per affrontare le disparità nell’accesso all’innovazione tra gli Stati membri. La rete è guidata da Unicancer, che riunisce i Comprehensive Cancer Center francesi, e co-diretta dalla regione Zealand, che comprende il distretto sanitario della capitale danese. Finora, ben 22 Stati membri hanno aderito al progetto, coinvolgendo 67 organizzazioni e quasi 200 esperti in tutta Europa. Vago ha espresso orgoglio per il ruolo di leadership del CNAO nell’ambito delle radioterapie innovative.
Secondo i dati, il numero di cittadini italiani che vivono dopo una diagnosi di tumore è aumentato significativamente, passando da 2,5 milioni nel 2010 a circa 3,6 milioni nel 2020. Questo rappresenta un incremento del 37% in dieci anni. A livello europeo, il numero di persone con diagnosi di cancro è salito a 23,7 milioni, con un aumento del 41% nello stesso periodo. Questo trend è attribuibile non solo all’aumento dell’aspettativa di vita, ma anche ai progressi delle nuove terapie. Lisa Licitra, professoressa e direttore scientifico del CNAO, ha evidenziato che circa il 60% dei pazienti oncologici in Italia necessita di radioterapia durante il trattamento. È cruciale affrontare le criticità per garantire un accesso equo ai trattamenti, richiedendo un impegno concreto da parte delle istituzioni.
Ester Orlandi, responsabile del Dipartimento Clinico del CNAO, ha spiegato che l’adroterapia è una forma avanzata di radioterapia utilizzata per trattare tumori spesso inoperabili. A differenza della radioterapia tradizionale, che utilizza raggi X o elettroni, l’adroterapia impiega protoni e ioni carbonio, risultando più efficace nel colpire le cellule tumorali. Questa tecnica ha mostrato risultati promettenti, iniziando con i tumori della base del cranio e ampliando l’applicazione ad altre neoplasie. Attualmente, solo sei strutture nel mondo sono in grado di erogare adroterapia con protoni e ioni carbonio, e il CNAO di Pavia è una di queste. L’adroterapia rappresenta un’innovazione significativa nel panorama della radioterapia, contribuendo a migliorare i risultati clinici per i pazienti.
Il riconoscimento del CNAO come leader nelle radioterapie innovative rappresenta un traguardo importante, affermando l’istituto come modello integrato di ricerca e clinica in Europa. Orlandi ha evidenziato che il CNAO ha attratto partner di rilievo come ESTRO, CERN, CERGAS (Università Bocconi), Medaustron e MIT. Queste collaborazioni mirano a promuovere l’accesso a cure avanzate e tecnologicamente efficaci per tutti i pazienti. La Rete Europea di Competenza sulle Risorse Mediche ad Alta Tecnologia è parte della Joint Action dell’UE, coordinata dal team di Paolo Casali dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano.
Il progetto Jane-2, che avrà una durata di quattro anni, si propone di creare sette nuove reti europee in oncologia, ognuna focalizzata su aree specifiche. Queste aree includono tumori complessi, cure palliative, problematiche legate alla vita dopo la malattia, prevenzione personalizzata, tecnologie omiche e supporto per adolescenti e giovani adulti colpiti dal cancro. A gennaio, si è tenuto a Milano il meeting di apertura del progetto, con una partecipazione significativa di professionisti del settore. Vago ha sottolineato che per la prima volta vengono istituite reti che affrontano l’intera filiera di prevenzione, diagnosi e cura dei tumori, con l’obiettivo di sviluppare linee guida e raccomandazioni per operatori sanitari e pazienti.
Le NoEs non si limiteranno a includere istituzioni oncologiche, ma coinvolgeranno anche società scientifiche, associazioni di pazienti e istituti di ricerca. L’obiettivo finale della Joint Action è garantire che, al termine del progetto, le NoEs siano attive e indipendenti, in grado di collaborare tra loro e con l’intera comunità oncologica europea.
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