Ultimo aggiornamento il 1 Gennaio 2024 by Redazione
Entra in vigore l’assegno di inclusione come sostituto del reddito di cittadinanza
È iniziato il secondo tempo dell’operazione volta a superare definitivamente il reddito di cittadinanza nel contesto più ampio della lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Dal 1° gennaio 2024 è entrato infatti in vigore l’assegno di inclusione, che segue il primo passo avvenuto il 18 dicembre con l’approvazione della possibilità di presentare la domanda sul sito dell’Inps utilizzando SPID, CNS e CIE o rivolgendosi a un patronato. Ora la richiesta può essere inoltrata anche attraverso i Caf, i Centri di assistenza fiscale. L’assegno di inclusione è stato introdotto dopo il Supporto per la formazione e il lavoro, avviato il 1° settembre 2023.
Requisiti e modalità di erogazione
Si tratta di una misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, destinata ai nuclei familiari con un Isee non superiore a 9.360 euro, che abbiano almeno un componente in una delle seguenti condizioni: con disabilità, minorenne, con almeno 60 anni di età, in condizione di svantaggio e inserito in un programma di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione.
L’assegno viene erogato mensilmente tramite la Carta di inclusione emessa da Poste Italiane, a differenza del SFL che prevede un trasferimento diretto tramite bonifico. L’importo massimo annuo è di 6.000 euro, ma può aumentare in base alla composizione del nucleo familiare e alle necessità abitative. L’indennità viene erogata per un massimo di 18 mesi e può essere rinnovata per altri 12 mesi dopo una sospensione di un mese. L’erogazione dipende dalla valutazione dei bisogni del nucleo familiare e inizia dal mese successivo alla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale, ed è condizionata dalla partecipazione a un percorso personalizzato di inclusione sociale e lavorativa.
Le tappe successive
Dopo aver presentato la domanda, i membri del nucleo familiare vengono convocati dai servizi sociali del proprio Comune per un’analisi multidimensionale dei bisogni. A seguito di questa valutazione, i membri del nucleo familiare possono essere indirizzati verso percorsi di lavoro o formazione, oppure seguiti dai servizi sociali se considerati non attivabili. I soggetti che fanno parte di un nucleo familiare beneficiario dell’assegno, con età compresa tra 18 e 59 anni e responsabilità genitoriali, saranno indirizzati ai Centri per l’impiego o ai soggetti accreditati ai servizi per il lavoro per la sottoscrizione del Patto di servizio personalizzato. Il percorso di politica attiva può prevedere anche la partecipazione a progetti utili alla collettività.
L’assegno di inclusione rappresenta un passo avanti nella lotta alla povertà e all’esclusione sociale, offrendo un sostegno economico e un percorso di inclusione sociale e lavorativa per i nuclei familiari più vulnerabili. Con l’entrata in vigore di questa misura, si punta a superare definitivamente il reddito di cittadinanza, offrendo un sistema più efficace e mirato per contrastare la povertà in Italia.