Ultimo aggiornamento il 18 Febbraio 2025 by Francesca Monti
L’Europa si mobilita in risposta alle crescenti **tensioni internazionali**, riunendo undici **leader** a **Parigi** per un **vertice straordinario** voluto dal **presidente francese Emmanuel Macron**. Durante l’incontro, i rappresentanti hanno ribadito il loro sostegno all’**Ucraina**, sottolineando l’importanza di fornire **assistenza militare** al Paese in conflitto con la **Russia**. Tuttavia, le posizioni di **Germania** e **Italia** si sono rivelate più cautelose riguardo all’invio di **truppe** sul campo.
Il vertice di Parigi e il sostegno all’Ucraina
Il vertice, tenutosi a **Parigi**, ha visto la partecipazione di figure chiave come la **presidente della Commissione Europea**, **Ursula von der Leyen**, e il **presidente del Consiglio Europeo**, **Antonio Costa**. Entrambi hanno enfatizzato che l’**Ucraina** “merita la **pace** attraverso la **forza**”, suggerendo che un **supporto militare** più robusto è essenziale affinché il Paese possa negoziare con la **Russia** da una posizione di forza. L’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere una **pace** che rispetti l’**indipendenza** e la **sovranità** dell’**Ucraina**, con forti garanzie di **sicurezza**.
**Von der Leyen** e **Costa** hanno anche evidenziato la necessità di un incremento della **difesa** in **Europa**, in linea con le richieste degli **Stati Uniti**. Nonostante le critiche da parte di alcuni **Paesi** esclusi dal vertice, **Costa** ha chiarito che l’incontro rappresenta solo “l’inizio di un percorso” che coinvolgerà l’intera **Unione Europea**. **Mark Rutte**, segretario generale della **NATO**, ha confermato la volontà dell’**Europa** di rafforzare le proprie capacità di **difesa** e di fornire garanzie di **sicurezza** all’**Ucraina**, pur riconoscendo che i dettagli operativi devono ancora essere definiti.
Divisioni tra i leader europei
Le **divergenze** tra i **leader europei** sono emerse chiaramente, in particolare attraverso le dichiarazioni del **cancelliere tedesco Olaf Scholz**. **Scholz** ha abbandonato il vertice per primo, dichiarando che qualsiasi discussione sull’invio di **peacekeeper** in **Ucraina** è “completamente **prematura**” e “altamente **inappropriata**”. La **Francia**, da parte sua, ha sostenuto la necessità di un impegno diretto dell’**Europa** in **Ucraina**, ma ha trovato resistenza non solo da **Berlino**, ma anche dall’**Italia**.
Il **ministro della Difesa italiano**, **Guido Crosetto**, ha espresso preoccupazioni simili, affermando che l’**Italia** è disponibile a inviare **truppe** solo nell’ambito di una missione delle **Nazioni Unite**, che coinvolga anche forze **extraeuropee**. **Crosetto** ha avvertito che una presenza esclusivamente **europea** in **Ucraina**, esposta al fuoco dell’artiglieria **russa**, sarebbe un “suicidio”. La **premier Giorgia Meloni** ha ribadito queste posizioni durante il vertice, esprimendo anche il suo disappunto per l’esclusione di alcuni **Paesi**, come la **Finlandia** e le **repubbliche baltiche**, che affrontano la minaccia **russa** in modo più diretto.
La pressione dell’amministrazione Trump
Le recenti manovre dell’**amministrazione Trump** hanno sollevato preoccupazioni in **Europa**, poiché sembra intenzionata a negoziare bilateralmente con **Mosca** riguardo al futuro dell’**Ucraina**, escludendo il contributo **europeo**. **Macron** ha convocato il vertice a **Parigi** per affrontare questa situazione, coinvolgendo i leader di **Germania**, **Spagna**, **Polonia**, **Danimarca**, **Italia**, **Olanda** e **Regno Unito**.
**Donald Tusk**, primo ministro **polacco**, ha sottolineato l’importanza delle **relazioni transatlantiche** e della **NATO**, affermando che è giunto il momento di aumentare significativamente la **spesa** per la **difesa** in **Europa**. **Tusk** ha ribadito che non ha senso opporsi alle richieste degli **Stati Uniti** di investire di più nella **difesa**, poiché ciò è fondamentale per garantire una maggiore **resilienza**.
Prospettive future e necessità di unità
Il futuro di questo vertice resta incerto, con la possibilità di un **Consiglio Europeo** straordinario che al momento non è previsto. Un primo **debriefing** si svolgerà a **Bruxelles**, ma la questione dell’**Ucraina** rientra nel dominio dell’**hard power**, tradizionalmente gestito dagli **Stati membri** piuttosto che dall’**Unione Europea**. Per raggiungere un consenso comune, sarà necessaria una **mediazione** attenta e tempo, risorse che l’**Europa** potrebbe non avere a disposizione, soprattutto con l’**Amministrazione Trump** che accelera le sue iniziative per risolvere il conflitto in **Ucraina**.