Ultimo aggiornamento il 4 Aprile 2024 by Luisa Pizzardi
Un Ambulatorio Nella Tormenta della Maleducazione
Nel cuore del Sulcis, più precisamente a Cortoghiana, una frazione di Carbonia, l’ambulatorio medico di Piazza Venezia ha dovuto drammaticamente serrare le proprie porte dal 2 aprile al 7 aprile del 2024. La causa dietro a questa decisione è stata le dimissioni del medico sostituto, spinte da ripetuti e inaccettabili episodi di maleducazione e aggressività che si sono verificati fin dal momento del suo insediamento.
Il Coraggio della Dottoressa Michela Atzori
A dar voce al segnale d’allarme è stata la dottoressa Michela Atzori, una professionista di 49 anni che da due anni gestisce lo studio medico coinvolgendo una vasta cerchia di pazienti provenienti da diverse località del Sulcis. La dr.ssa Atzori si è trovata costretta ad assumere un mese di malattia a seguito di un’aggressione fisica subita nel proprio ambulatorio. Una situazione che l’ha posta di fronte a una scelta difficile: chiudere temporaneamente l’attività e aspettare dieci giorni per trovare un sostituto. Nel frattempo, la collega ha dovuto affrontare con coraggio le ripetute aggressioni verbali di alcuni pazienti, prima di cedere all’oppressione della maleducazione.
La Chiusura Temporanea e le Sue Conseguenze
La decisione di chiudere nuovamente le porte dell’ambulatorio ha gettato la comunità di Cortoghiana nel caos e ha scatenato un acceso dibattito sia in loco sia sui social media. La dottoressa Atzori tornerà al lavoro il lunedì successivo, ma con la paura che i brutali episodi di maleducazione possano ripetersi, nonostante il sostegno ricevuto dalle istituzioni locali, dall’Azienda sanitaria e dai carabinieri che hanno raccolto le sue denunce. In risposta a questa crisi, il Comune di Carbonia e l’Asl stanno organizzando un’assemblea pubblica con l’obiettivo di ristabilire la serenità nella piccola comunità della frazione.
La Minaccia alla Continuità del Servizio Medico
L’incresciosa situazione vissuta dalla dottoressa Atzori solleva una questione cruciale riguardante la sicurezza e il benessere dei professionisti della sanità che, a causa di episodi di violenza verbale e fisica, possono vedersi costretti a rinunciare alla propria missione di assistenza alla comunità. Nonostante l’intenzione di continuare a operare nello stesso studio, la dottoressa ha confessato di aver considerato l’opzione di abbandonare tutto, dimostrando la fragilità e la pressione a cui sono sottoposti i professionisti della salute in situazioni di questo tipo.
La vicenda dell’ambulatorio nel Sulcis, costretto a una nuova chiusura a causa della maleducazione e dell’aggressività dei pazienti, rappresenta una dolorosa realtà che mette in luce le sfide alle quali sono esposti i professionisti della sanità oggi. La necessità di affrontare e prevenire tali episodi diventa essenziale per garantire un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso per tutti coloro che si dedicano alla cura e al benessere altrui.