Un anno dalla morte di Navalny: l’Unione Europea accusa Putin di responsabilità diretta

Il 16 febbraio 2025, centinaia di persone commemorano Alexei Navalny a Mosca, un attivista simbolo della lotta per la democrazia e la libertà in Russia.
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Un anno dopo la morte di Navalny, l'Unione Europea attribuisce a Putin responsabilità diretta, intensificando le tensioni geopolitiche

Ultimo aggiornamento il 16 Febbraio 2025 by Giordana Bellante

Il 16 febbraio 2025 segna un anno dalla scomparsa di Alexei Navalny, l’attivista russo che ha dedicato la sua vita alla lotta per la democrazia e la libertà nel suo paese. La sua morte, avvenuta mentre era detenuto in un carcere russo, ha suscitato una forte reazione sia in Russia che a livello internazionale. Oggi, centinaia di persone si sono radunate al cimitero Borisov di Mosca per rendere omaggio a uno dei più importanti oppositori del regime di Vladimir Putin.

Raccolta di omaggi a Mosca

Questa mattina, il cimitero Borisov ha visto un’affluenza significativa di sostenitori di Navalny, che si sono presentati per commemorare il loro leader. Tra i partecipanti, si sono notate persone che si sono recate da sole, famiglie con bambini e piccoli gruppi di amici. La polizia ha monitorato l’evento, consentendo l’accesso al cimitero mentre filmava le attività dei presenti. I sostenitori hanno deposto fiori sulla tomba di Navalny, un gesto simbolico che rappresenta la loro continua lotta per i valori in cui credeva.

Tra i partecipanti si sono distinti anche diplomatici stranieri, tra cui gli ambasciatori degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, Lynne Tracy e Roland Galharague. La loro presenza sottolinea l’importanza della figura di Navalny non solo in Russia, ma anche sulla scena internazionale, dove la sua lotta è vista come un simbolo di resistenza contro l’oppressione.

Le dichiarazioni dell’Unione Europea

In occasione di questo triste anniversario, l’Unione Europea ha rilasciato una dichiarazione in cui attribuisce la responsabilità della morte di Navalny al presidente Putin e alle autorità russe. Kaja Kallas, Alto rappresentante per la Politica estera dell’UE, ha affermato che “il presidente Putin e le autorità russe hanno la responsabilità ultima” per la scomparsa dell’attivista. La dichiarazione prosegue evidenziando come, mentre la Russia intensifica la sua aggressione contro l’Ucraina, continua anche la repressione interna, prendendo di mira chi lotta per la democrazia.

L’Unione Europea ha chiesto la liberazione immediata e incondizionata degli avvocati di Navalny e di tutti i prigionieri politici, sottolineando la necessità di porre fine alla brutale repressione della società civile e dei media. La richiesta di rispetto del diritto internazionale è stata ribadita, evidenziando l’urgenza di un cambiamento nella politica russa.

Il ricordo di Olaf Scholz

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha condiviso un messaggio su X, ricordando che Navalny è morto per la sua lotta in favore della democrazia e della libertà in Russia. Scholz ha descritto il lavoro dell’attivista come “ancora più coraggioso” alla luce delle circostanze della sua morte. Ha sottolineato che il coraggio di Navalny ha avuto un impatto duraturo e che la sua lotta per la libertà continua a ispirare molti.

Il messaggio di Scholz si inserisce in un contesto più ampio di condanna delle azioni di Putin, che continua a combattere contro la libertà e i suoi difensori. La commemorazione di Navalny non è solo un tributo a un uomo, ma un richiamo a tutti coloro che credono nella democrazia e nei diritti umani, affinché non dimentichino il sacrificio di chi ha lottato per questi valori.

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