Ultimo aggiornamento il 22 Marzo 2024 by Luisa Pizzardi
Nel cuore di un tranquillo paese vicino a Bologna, Monteveglio, un orribile delitto ha scosso la comunità. Chiara Gualzetti, una giovane di appena 15 anni, è stata brutalmente assassinata il 27 giugno 2021. Il killer, un coetaneo della vittima, è stato condannato in secondo grado a 16 anni e quattro mesi di reclusione.
La Feroce Aggressione e la Condanna
Il giovane assassino, che ha appena compiuto 19 anni e si trova dietro le sbarre, è stato accusato di omicidio aggravato da premeditazione, futili motivi e dalla giovane età della vittima. L’arma del delitto, un coltello, è stata utilizzata per infliggere ferite mortali a Chiara, seguite da calci e pugni.
Un’Atroce Fuga e la Scoperta Macabra
Dopo aver compiuto l’omicidio, il giovane si dileguò, abbandonando il corpo senza vita ai margini di un bosco nel parco dell’abbazia di Monteveglio. Il cadavere di Chiara venne ritrovato solo dopo un giorno di ricerche disperate. Le autorità riuscirono a fermare il giovane assassino qualche ora più tardi, il quale confessò il suo terribile gesto, affermando di essere stato spinto da una forza oscura.
Il Peso della Responsabilità e la Mancanza di Pentimento
Durante il processo d’appello, la Corte evidenziò la mancanza di qualsiasi segno di pentimento da parte del giovane assassino. Non solo non si è mostrato pentito nei confronti della vittima, ma ha persistito nel negare la piena responsabilità dell’atto commesso. Ha continuato a sostenere di essere stato guidato da un “demone” interiore, il quale gli aveva dettato le sue azioni.
La vicenda dell’omicidio di Chiara Gualzetti e la condanna definitiva del suo assassino restano un tragico capitolo nella cronaca nera del nostro paese, lasciando dietro di sé domande senza risposta e il dolore di una famiglia spezzata.