Ultimo aggiornamento il 18 Aprile 2024 by Giordana Bellante
Don Gino Rigoldi: voce contro la tortura carceraria
Don Gino Rigoldi, noto cappellano del carcere minorile Beccaria, ha espresso il suo netto dissenso nei confronti della recente circolare sulle chiusure dei reparti di media sicurezza. Definendo tale provvedimento come una forma di tortura, ha sottolineato la gravità della situazione in cui i detenuti vengono costretti a trascorrere fino a 22 ore al giorno in cella, con gravi rischi per la salute mentale.
La lotta contro i suicidi nelle carceri italiane
Insieme a magistrati, avvocati e al garante dei detenuti del Comune di Milano, Francesco Maisto, Don Gino Rigoldi si è unito a un sit in di protesta presso il palazzo di Giustizia. L’obiettivo era sensibilizzare i parlamentari e il ministro Carlo Nordio riguardo all’urgente necessità di intervenire per contrastare il fenomeno dei suicidi nelle carceri italiane, che solo dall’inizio dell’anno hanno registrato ben 32 casi.
Progetti futuri: la creazione di comunità di supporto per ex detenuti
Nonostante non ricopra più il ruolo di cappellano presso il Beccaria, Don Gino Rigoldi non smette di dedicarsi alla causa dei giovani in difficoltà. Durante la manifestazione a cui ha preso parte, oltre a condannare la circolare sulle celle di isolamento, ha parlato dei suoi progetti futuri. In particolare, sta lavorando per trovare sponsor e strutture al fine di creare delle comunità di supporto ispirate al modello delle ‘jeunes maisons’ francesi, in cui i ragazzi provenienti dal carcere possano partecipare ad attività culturali e sportive, offrendo loro una prospettiva di miglioramento delle condizioni di vita al termine della pena.