Ultimo aggiornamento il 27 Marzo 2024 by Giordana Bellante
In un raro momento di grande significato, il rettore Corrado Petrocelli, nell’ambito dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università del Titano a San Marino, ha compiuto un gesto che non passerà inosservato: ha rimosso l’ermellino, simbolo di autorità, come segno indiscutibilmente forte di rispetto e pace. Questo gesto, seppur piccolo nell’apparenza, ha trascinato con sé un’enorme valenza simbolica, indicando un’intraprendenza non comune. Un applauso caldo e sincero da parte del pubblico ha accompagnato l’atto, sottolineando l’importanza e la risonanza di questo piccolo atto di grande significato.
Riflessioni sull’Umanità e la Libertà
Nel discorso che ha seguito questo atto di rimozione dell’ermellino, il rettore si è soffermato sulle guerre che flagellano il mondo, portando l’attenzione sul conflitto a Gaza ma allargando il proprio sguardo a una molteplicità di situazioni di conflitto sparsi per il pianeta. Ha richiamato l’attenzione sul ruolo fondamentale che l’accademia e il pensiero critico possono svolgere in un contesto così gravoso.* Petrocelli ha evidenziato che la libertà di pensiero, il confronto aperto e il rispetto reciproco sono fondamentali per cercare di comprendere e affrontare la complessità dei conflitti contemporanei.
Una Critica Costruttiva alla Normalizzazione della Guerra
*Il rettore Petrocelli ha messo in luce un’allerta particolarmente preoccupante, riflettendo sul contesto russo-ucraino e l’escalation verso uno scenario di guerra che ne deriva. Ha criticato aspramente la pericolosa tendenza alla normalizzazione del conflitto armato a scapito di soluzioni diplomatiche. La vivida denuncia degli eventi, unita all’urgenza di una riflessione critica e puntuale, ha reso il discorso del rettore non solo un atto di coraggio, ma anche un monito vigoroso a una società che rischia di abbandonare la strada della diplomazia e del dialogo a favore della violenza e dell’ostilità.
L’Emergenza Umanitaria in Medio Oriente
*Un passaggio toccante del discorso è stato dedicato alla tragedia umanitaria che si sta consumando in Medio Oriente, con l’intensa e devastante realtà israelo-palestinese dove le vittime, soprattutto donne e bambini, si accumulano senza sosta. Petrocelli ha ammonito sulla tragedia che si consuma quotidianamente, sottolineando il netto contrasto tra la fragilità delle vite spezzate e l’inerzia della comunità internazionale nel trovare una soluzione duratura e pacifica a questa crisi. Il rettore ha espresso il proprio sconcerto di fronte alla durezza di questi numeri e al dramma che si consuma senza sosta, invocando un’immediata presa di coscienza e azione da parte di tutti gli attori internazionali coinvolti.
Chiusura con una Speranza nella Conoscenza e nel Dialogo
*In chiusura, Petrocelli ha ribadito l’importanza fondamentale di preservare luoghi di conoscenza, di confronto e di dialogo per affrontare le sfide del presente e del futuro con saggezza e discernimento. Ha sottolineato che, sebbene il suo gesto possa sembrare piccolo e insignificante di fronte alle drammatiche vicende mondiali, rimane un segnale potente di speranza e di umanità che chiama ognuno di noi a interrogarsi sul proprio ruolo nel costruire un mondo migliore, più giusto e più pacifico.