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Un momento di integrazione e accoglienza durante il Ramadan

Nella mensa solidale di Casa Francesco: la sinergia tra culture

Un momento di convivenza multiculturale

La storia di Soumia Jabrane, una donna di 41 anni di origini marocchine, che ha trovato accoglienza e calore nella mensa solidale Casa Francesco durante la celebrazione della fine del Ramadan, è un esempio di integrazione e accoglienza che merita di essere raccontato. Questo luogo, messo a disposizione dalla Chiesa cattolica con la collaborazione delle parrocchie di Canosa di Puglia, diventa un punto di incontro e di festa per diverse culture e religioni.

L’iniziativa del Parroco: un gesto di apertura e inclusione

Don Felice Bacco, parroco della cattedrale dedicata a San Sabino, ha abbracciato con entusiasmo l’idea di offrire supporto e accoglienza ai musulmani che volevano rispettare le regole della propria religione durante il Ramadan. Questo gesto di apertura e inclusione ha permesso alla mensa di offrire cene speciali dopo il tramonto, rispettando le tradizioni culinarie e religiose degli ospiti provenienti da diverse realtà culturali.

La visione del parroco è chiara: nessuno dovrebbe sentirsi estraneo in un luogo di accoglienza come Casa Francesco. Citando l’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco, don Felice sottolinea l’importanza di riconoscersi come fratelli nonostante le diversità di fede, promuovendo un clima di accoglienza e rispetto reciproco tra le diverse comunità presenti nella mensa.

Una festa di sapori e tradizioni

L’atmosfera di festa e condivisione si materializza nei dolci tipici del mondo arabo che vengono preparati per celebrare la fine del Ramadan. Tra le prelibatezze offerte, spicca il rghaif, un pane fritto con miele e sesamo, accompagnato dall’immancabile tè tradizionale. I partecipanti, indossando abiti tipici come la djellaba marocchina, si sentono a casa e possono apprezzare non solo la generosità dell’accoglienza, ma anche le prelibatezze delle diverse tradizioni culinarie presenti.

Soumia sottolinea l’importanza di sentirsi accolti e integrati in un contesto così caloroso e inclusivo, dove le diversità diventano motivo di arricchimento reciproco. Le preghiere recitate insieme e la condivisione dei momenti di festa rappresentano un’opportunità unica per sentirsi parte di una grande famiglia, nonostante le distanze geografiche e culturali che separano le persone coinvolte.

In Casa Francesco, durante la celebrazione della fine del Ramadan, l’armonia e la solidarietà tra le diverse comunità religiose diventano la vera essenza della convivenza pacifica e rispettosa. Queste esperienze di integrazione e accoglienza rappresentano un modello positivo di come la diversità possa essere vissuta come un valore da celebrare e valorizzare, promuovendo un dialogo interculturale fondato sull’empatia e sulla condivisione reciproca.

Luisa Pizzardi

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