Ultimo aggiornamento il 10 Settembre 2024 by Redazione
La realizzazione di un ponte ciclopedonale sul TEVERE rappresenta un importante passo verso la promozione della mobilità sostenibile a Roma. Questo progetto, già approvato nel 2005, potrebbe collegare Valco San Paolo con le facoltà universitarie di Roma Tre, dando vita a un’infrastruttura necessaria per facilitare gli spostamenti di pedoni e ciclisti nella zona. Nonostante le lunghe attese, i cittadini si sono mobilitati per chiedere la ripresa dei lavori, promuovendo la realizzazione di un’opera che porterebbe numerosi benefici alla comunità locale.
Il progetto giace nei cassetti da troppo tempo
Il progetto del ponte ciclopedonale sul TEVERE, che avrebbe dovuto alleviare la pressione del traffico veicolare nel quadrante, era stato approvato con una delibera nel 2005 e successivamente incluso sia nel Piano Regolatore Generale che nel Piano urbano della mobilità sostenibile. La proposta iniziale prevedeva anche l’accesso a motociclette, ma gli ultimi atti suggeriscono una rimodulazione del progetto, limitando l’accesso al solo traffico di mobilità dolce. Tuttavia, nonostante le intenzioni di movimentare il progetto, l’atto necessario per progredire rimane bloccato, confermando il destino di abbandono che ha contraddistinto finora l’iniziativa.
Questo progetto è molto atteso dai cittadini e dagli studenti, tant’è che recenti raccolte firme hanno visto il supporto di oltre 600 persone. Il nuovo ponte strutturerebbe un collegamento diretto tra vicolo Pian due Torri, nella Magliana, e via Nicola Parravano, dove si trovano le facoltà di Roma Tre. La richiesta, avanzata dal gruppo del MoVimento 5 Stelle, è chiara: “avviare subito le procedure per la realizzazione dell’opera.”
Un’infrastruttura che serve la comunità
La costruzione di questo ponte non è solo una questione di comodità per gli studenti universitari, ma rappresenta anche un’opportunità di miglioramento per l’intera area. Attualmente, gli studenti devono fare affidamento su mezzi privati, aggravando il già congestionato traffico del Ponte Marconi. Con la realizzazione del ponte, i ragazzi potrebbero spostarsi in modo più pratico, “riducendo il rischio di incidenti e di inquinamento atmosferico.” Inoltre, l’infrastruttura sarebbe vantaggiosa anche per i cittadini locali, che frequentemente frequentano il parco fluviale Tevere Sud, permettendo loro di esplorare nuove aree a piedi o in bicicletta.
Il progetto ha già ricevuto finanziamenti attraverso fondi regionali e oneri concessori, colmo di un potenziale che è ancora da sfruttare. Nonostante ciò, è inquietante notare come tale opera, ritenuta utile per i residenti e per l’ambiente, sia rimasta ferma nei cassetti della burocrazia. Le istituzioni devono quindi “impegnarsi per garantire la ripresa e la definizione di questo progetto.”
I benefici del ponte per la mobilità sostenibile
La realizzazione del ponte ciclopedonale sul TEVERE promette di costituire un importante tassello per una mobilità più sostenibile a Roma. Le ricadute positive si estenderebbero ben oltre il quadrante di Valco San Paolo, coinvolgendo anche i municipi adiacenti. A dire del MoVimento 5 Stelle, l’opera rappresenterebbe un vantaggio significativo in termini di tempistiche di spostamento e riduzione dell’inquinamento, obiettivi chiave nelle politiche urbane moderne.
In aggiunta, è previsto che il ponte diventi un accesso facilitato alla nuova piscina del Valco San Paolo, la cui apertura si attende da tempo e che andrebbe a integrare il già ampio polo sportivo della zona, comprendente anche lo stadio Alfredo Barra, ristrutturato nel 2020. L’apertura della piscina non solo ritemprerebbe le possibilità di svago e sport per i cittadini, ma renderebbe ancora più rilevante la necessità di un mezzo di collegamento efficiente, come il ponte proposto, che consentirebbe di raggiungere comodamente l’impianto sportivo a piedi o in bicicletta.
Di fronte a tali prospettive, “la potenziale approvazione del progetto riaccenderebbe le speranze e le aspettative di una comunità desiderosa di vedere realizzati sogni di mobilità e accessibilità che sembrano, troppo spesso, relegati a ideali lontani.”