Ultimo aggiornamento il 5 Aprile 2024 by Giordana Bellante
Nella notte del 6 aprile 2009, un fascio di luce squarcia il buio nel cortile di Palazzo di città, segnando il 15° anniversario del terremoto che sconvolse l’Aquila e altre 55 comunità abruzzesi. Una serata di riflessione e raccoglimento, che vede la città illuminata dalla fiaccolata che percorre i luoghi segnati dalla tragedia, avvenuta alle 3.32 di una notte che non sarà mai dimenticata.
I guardiani del futuro: Elisa, Tommaso e la lezione dell’Aquila
Due giovani aquilani, nati nel 2009 come il terremoto stesso, symbolically illuminano il Parco della Memoria al termine della processione che parte da via XX Settembre. Elisa, percussionista, e Tommaso, violoncellista, rappresentano la memoria e il futuro di una comunità che guarda avanti senza dimenticare il passato. Vincenzo e Federico Vittorini, padre e figlio, sono tra le voci che ricordano le 309 vittime del sisma, simboli di resilienza e speranza.
Investire nelle nuove generazioni: una lezione per il Paese
“Nel passare il testimone alle nuove generazioni, dobbiamo investire nel futuro della nostra comunità,” sottolinea Sergio Bianchi, che nel terremoto ha perso un figlio. L’Aquila, con la sua storia di rinascita e resilienza, offre una lezione importante per l’intera Penisola, evidenziando l’importanza della prevenzione e della ricostruzione non solo materiale, ma anche umana. La fiaccolata, l’accensione del braciere e la lettura dei nomi delle vittime sono momenti di introspezione e comunione, culminanti nella Santa Messa celebrata dall’arcivescovo Giuseppe Petrocchi, che richiama alla memoria e alla speranza alle 3.32, l’ora fatale del terremoto.
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