Ultimo aggiornamento il 17 Febbraio 2024 by Redazione
Polemica a Crema sull’Apertura del Nuovo Liceo del Made in Italy
La decisione dell’Istituto Munari di avviare una classe del nuovo liceo del Made in Italy ha scatenato una polemica a Crema. Nonostante la maggioranza dei futuri studenti abbia optato per l’indirizzo economico-sociale già esistente, solo un singolo studente ha scelto di iscriversi al liceo del Made in Italy, mentre ben 48 avrebbero preferito l’altro indirizzo. Secondo l’avvocato Luca Avaldi, rappresentante dei genitori nel consiglio d’istituto del Munari, “non si può imporre in questo modo un nuovo indirizzo, soprattutto se la maggioranza degli studenti preferisce un’altra opzione”.
La Lettera del Dirigente Scolastico e le Reazioni
Recentemente, alcune famiglie hanno ricevuto una lettera dal dirigente scolastico, Pierluigi Tadi, che annunciava l’accettazione delle domande di iscrizione. Nella comunicazione si spiegava che, data l’alta richiesta per l’indirizzo economico-sociale, si sarebbe mantenuta l’opzione del liceo del Made in Italy per accontentare il maggior numero di famiglie. Tuttavia, la decisione di attivare una classe per ciascun indirizzo ha generato malcontento tra i genitori. Secondo l’avvocato Avaldi, la comunicazione è stata una sorpresa inaspettata: “Non è quanto concordato in precedenza. Non si può imporre un nuovo indirizzo in questo modo”.
La Critica del Partito Democratico e le Accuse al Dirigente Scolastico
Anche il Partito Democratico ha criticato aspramente la decisione del preside. Il consigliere regionale dem, Matteo Piloni, ha definito la situazione una “follia”, sottolineando che la volontà degli studenti e delle famiglie non può essere ignorata. Piloni ha evidenziato la mancanza di interesse da parte delle famiglie per il liceo del Made in Italy, sottolineando la mancanza di un programma educativo definito e di linee guida chiare. L’accusa principale è rivolta al dirigente scolastico, il professor Pierluigi Tadi, a cui viene rimproverato un eccesso di protagonismo e rigidità nell’attuare una decisione non condivisa dalla comunità scolastica.