Una Casa della Memoria per Ostia Ponente: il recupero di beni confiscati alla criminalità

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Una Casa della Memoria per Ostia Ponente: il recupero di beni confiscati alla criminalità - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 9 Settembre 2024 by Giordana Bellante

La recente decisione del municipio di Ostia Ponente di trasformare un immobile confiscato alla criminalità organizzata in una “Casa della Memoria” rappresenta un passo significativo verso la valorizzazione del patrimonio pubblico e la lotta contro le mafie. L’edificio, situato in via Costanzo Casana, si inserisce in un ampio progetto di riutilizzo degli spazi confiscati, volta a restituire beni preziosi alla comunità e a favorire iniziative sociali.

L’immobile confiscato ad Ostia: un bene di pregio per la comunità

L’operazione di consegna dell’immobile, avvenuta recentemente, segna un evento importante nel panorama locale. Descritto dall’assessore capitolino al patrimonio, Tobia Zevi, come un “bene di pregio”, l’immobile si trova al piano terra e ha appartenuto a un clan della zona. Con una notevole superficie commerciale, è già stato in parte assegnato in custodia temporanea all’Asilo Savoia. Questa struttura, nota per le sue attività a supporto della comunità, ha già attivato uno sportello anti usura, gestito dalla Fai Volare onlus, che si occupa di supportare le vittime di usura e bancarotta.

Nella porzione dell’immobile visitabile, relativa ai civici 161 e 163, vi è un grande potenziale per sviluppare altre iniziative sociali e culturali. L’assessore Guglielmo Calcerano ha sottolineato che l’iter di confisca si è infine concluso, permettendo così l’apertura di spazi per nuove attività. “Oltre alla Casa della Memoria, stiamo esplorando altre destinazioni per i beni confiscati a mafiosi, trasformandoli in luoghi utili per la società,” ha dichiarato, evidenziando un cambiamento nella gestione delle proprietà della criminalità.

Le sfide della burocrazia e delle risorse umane

L’implementazione efficace del progetto di riutilizzo dei beni confiscati, tuttavia, non è priva di difficoltà. L’assessore Calcerano ha messo in rilievo le carenze strutturali nelle amministrazioni locali, segnalando la mancanza di personale negli uffici. L’ufficio patrimonio di Roma Capitale, oltre a gestire i beni confiscati, è sovraccarico di altre responsabilità, che vanno dalla gestione degli edifici pubblici all’edilizia residenziale. Questa mancanza di risorse umane rappresenta un freno all’attuazione delle finalità previste per i beni confiscati, ritardando i progetti pubblici.

Attualmente, ci sono beni confiscati nel Municipio X, che risultano ancora inutilizzati dopo due anni dalla confisca. Spazi che avrebbero dovuto essere convertiti in centri per anziani o programmi dedicati al “Dopo di noi” continuano a rimanere in attesa di interventi, mentre le necessità della comunità restano insoddisfatte. Calcerano ha espresso preoccupazione per il fatto che la situazione non migliora senza un adeguamento delle risorse e la creazione di uffici dedicati.

Conseguenze delle carenze organizzative sulla gestione dei beni

Le carenze di organico non solo ostacolano il recupero e la ristrutturazione degli edifici confiscati, ma possono anche alimentare fenomeni di occupazioni illegali. È il caso di un immobile confiscato situato all’Infernetto, la cui gestione ritardata ha portato all’occupazione da parte di privati, allungando ulteriormente i tempi per il suo riutilizzo a favore della comunità. “Il messaggio che rilasciamo è importante e condivisibile, ma i risultati tardano ad arrivare quando mancano le risorse,” ha affermato Calcerano.

Questo scenario complesso evidenzia l’importanza di un miglioramento nella gestione burocratica e nelle risorse destinate ai municipi, affinché si possano rendere operativi immobili confiscati di grande valore per la comunità. Il compito delle amministrazioni locali, quindi, è cruciale non solo per la restituzione pratica di beni ma anche per la creazione di un messaggio forte contro la criminalità organizzata, che possa attivare processi di riscatto e di memoria collettiva.

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