Ultimo aggiornamento il 10 Aprile 2024 by Francesca Monti
L’Inizio della Vicenda Scandalosa
Nel cuore della pittoresca Gallura, nella località di Luogosanto, è emerso uno scandalo che ha scosso la comunità. Sette anni di reclusione e la confisca dei beni personali sono stati il verdetto pronunciato nei confronti di Elena Altobelli, ex direttrice dell’ufficio postale locale. La donna, di 56 anni e originaria di Cagliari, è stata riconosciuta colpevole di peculato, appropriazione indebita e truffa. La sua condanna deriva dall’accusa di essersi impossessata dei risparmi di numerosi clienti, in gran parte anziani, sfruttando un ingegnoso sistema da lei ideato che prevedeva la manipolazione dei buoni fruttiferi delle Poste.
Lo Scoppio dello Scandalo e le Indagini Scaturite
La vicenda ebbe inizio nell’estate del 2016, quando una famiglia si presentò all’ufficio postale di Luogosanto per prelevare una consistente somma di denaro dal proprio conto. Fu in quell’occasione che si scoprì la gravissima situazione: sul conto erano presenti solo pochi spiccioli, mentre migliaia di euro erano misteriosamente spariti. La denuncia alla magistratura e alle forze dell’ordine da parte dei truffati scatenò una serie di segnalazioni che portarono alla luce l’ampia portata del crimine commesso dall’ex direttrice dell’ufficio postale. Le indagini condotte dai carabinieri e dalla Guardia di Finanza rivelarono un quadro inquietante.
Elena Altobelli, secondo quanto emerso dagli inquirenti, sarebbe riuscita a mettere le mani su circa un milione di euro nel corso di un periodo compreso tra il 2002 e il 2016, anno in cui venne sollevata dall’incarico. La donna avrebbe abusato della fiducia e della relazione personale instaurata con i clienti dell’ufficio postale per effettuare trasferimenti di denaro da un conto all’altro, senza che i legittimi titolari ne fossero a conoscenza. Questa pratica sleale ha causato notevoli buchi nelle disponibilità dei correntisti, generando disagio e incertezza. All’indomani della sentenza di condanna, l’avvocato difensore della Altobelli, Massimo Puddu, ha espresso la volontà di esaminare attentamente le motivazioni del provvedimento prima di intraprendere eventuali azioni legali.