Ultimo aggiornamento il 18 Aprile 2024 by Luisa Pizzardi
Una fuga rocambolesca e una fine drammatica
Nella serata di ieri, nella prigione di Como, è stato trovato senza vita il detenuto di origine palestinese, Nazim Mordjane, di soli 32 anni. Il suo nome era balzato agli onori delle cronache lo scorso 21 settembre, quando era evaso dall’ospedale San Paolo di Milano in un tentativo disperato, che all’epoca aveva provocato il grave ferimento di un agente di polizia. I dettagli dell’incidente hanno scosso l’opinione pubblica, portando alla luce una serie di eventi sconvolgenti che hanno portato a questo epilogo tragico.
La fine di una vita tormentata
Secondo le prime informazioni emerse, sembra che Mordjane abbia deciso di togliersi la vita inalando il gas di una bomboletta da campeggio. La notizia della sua morte è stata annunciata dal sindacato penitenziario Uilpa e confermata dalle autorità investigative. L’uomo si trovava in carcere dal mese di agosto del 2023 per il furto di un prezioso orologio Rolex a Milano. La sua breve fuga, seguita dall’arresto e dall’estradizione dalla Svizzera, sembrava aver posto fine a un periodo di turbolenze e drammatici avvenimenti che hanno segnato la sua breve esistenza.
Un destino segnato
Dopo essere stato rintracciato a Ginevra il 6 ottobre e riportato in Italia, Mordjane ha trascorso le sue ultime settimane in cella, dove sembra abbia tentato di mettere fine alla sua vita già in passato. Le circostanze che hanno condotto a questo tragico epilogo sono oggetto di indagini approfondite da parte delle autorità competenti, mentre gli interrogativi sulla vita e sulle scelte di Nazim Mordjane restano ancora irrisolti, gettando un’ombra di mistero su una storia che si è chiusa in modo tragico e definitivo.