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Università e Ordini infermieri respingono l’abolizione del numero chiuso per le Professioni sanitarie

L’opposizione della Fnopi all’abolizione del numero programmato per i corsi di studio infermieristici e medici

La segretaria nazionale della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), Beatrice Mazzoleni, ha espresso la sua opposizione all’abolizione del numero programmato per i corsi di studio in Infermieristica e Medicina e Chirurgia. Durante un’audizione alla 7° Commissione del Senato, Mazzoleni ha sottolineato che questa decisione avrebbe conseguenze negative su diversi fronti.

Il concetto di merito e l’attrattiva della professione infermieristica

Secondo Mazzoleni, l’abolizione del numero programmato inficerebbe il concetto di merito e ridurrebbe lo stimolo dei giovani a comprendere l’importanza di queste professioni. Le professioni infermieristiche, proprio per la loro peculiarità, richiedono meccanismi selettivi. Inoltre, l’abolizione potrebbe rendere la professione infermieristica meno attrattiva, poiché alcuni studenti scelgono di intraprendere questo percorso solo dopo non essere riusciti ad accedere a corsi di studio di Medicina. Questa porzione di candidati verrebbe meno, creando un ulteriore calo di domande e un disequilibrio di competenze nel settore sanitario.

Possibili gravi disequilibri nell’ambito formativo accademico

Secondo la Fnopi, l’abolizione del numero programmato per l’accesso ai corsi di studio potrebbe creare gravi disequilibri nell’ambito formativo accademico. Ciò avrebbe un impatto sulla qualità della formazione dei professionisti responsabili della cura, assistenza, riabilitazione e prevenzione della popolazione italiana. Questo potrebbe mettere a rischio la sicurezza delle competenze erogate ai cittadini del Paese. Pertanto, la Fnopi si oppone fermamente a questa proposta di abolizione.

In conclusione, l’abolizione del numero programmato per l’accesso ai corsi di studio infermieristici e medici non porterebbe benefici in termini di maggior accesso, ma contribuirebbe a un decadimento della qualità professionale e della sicurezza delle competenze erogate ai cittadini. La Fnopi sostiene che questa decisione avrebbe effetti negativi sul concetto di merito, sull’attrattiva della professione infermieristica e sulla formazione accademica nel settore sanitario.

Redazione

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