Ultimo aggiornamento il 30 Agosto 2024 by Luisa Pizzardi
Il Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana, Giovanni Filippini, ha emanato un’ordinanza urgente per affrontare i recenti focolai di peste suina africana riscontrati in Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna. Le nuove normative si concentrano principalmente sul depopolamento degli allevamenti e sull’inasprimento delle norme di biosicurezza, in risposta a questa emergente crisi sanitaria che minaccia la filiera suinicola italiana. Queste misure, descritte come “urgenti”, sono necessarie per prevenire ulteriori contaminazioni e salvaguardare la salute degli animali e degli allevamenti.
Restrizioni e divieti nell’accesso agli allevamenti
Misure severe nei territori colpiti
Con l’ordinanza, è bandita ogni movimentazione di suini nelle zone di restrizione I, II, III in Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna. In particolar modo, l’uscita e l’entrata degli animali sono severamente limitate, consentendo solo il trasporto verso il macello, e solo in modalità protetta. Queste misure mirano a ridurre al minimo il rischio di contagio e a mantenere il controllo sulla diffusione della malattia.
In aggiunta, tutti gli accessi agli allevamenti suini in queste aree sono vietati, a eccezione dei mezzi impiegati per il trasporto di mangimi, carcasse e liquami. Questo include anche il divieto di accesso per veterinari, tecnici della filiera e qualunque figura non coinvolta direttamente nella gestione quotidiana degli animali.
Limitazioni per il personale e i mezzi
Con l’entrata in vigore dell’ordinanza, anche l’accesso di animali domestici, come cani e altre specie, è vietato nelle aree colpite. Tali restrizioni si estendono a tutti i tipi di movimentazione per garantire che nessun tipo di contatto possa verificarsi. Inoltre, i controlli da parte del servizio veterinario saranno sospesi, fatta eccezione per quelli necessari alla gestione dell’emergenza e per garantire il benessere degli animali.
Queste limitazioni eccezionali rispondono alla necessità di proteggere gli allevamenti da eventuali contaminazioni pericolose e permettono di monitorare in modo più efficiente la situazione nei territori colpiti.
Manutenzioni e interventi autorizzati
Regolamenti sugli interventi nelle strutture
Nei territori soggetti a restrizioni, qualsiasi tipo di manutenzione ordinaria o lavoro non strettamente necessario per il benessere degli animali è vietato, a meno che non sia previamente autorizzato dal servizio veterinario competente. Questa misura è stata implementata per evitare che attività non essenziali possano introdurre rischi nei focolai già vulnerabili.
Inoltre, sono permessi solamente interventi limitati per migliorare la biosicurezza, sempre previa autorizzazione. Questi interventi dovranno seguire rigide linee guida riguardanti la biosicurezza per garantire che non si verifichino ulteriori contaminazioni.
Protocollo d’ingresso per il personale
Tutti coloro che vogliono accedere agli allevamenti devono seguire un rigoroso protocollo: è obbligatorio indossare tute e calzari monouso e dimostrare di non aver visitato altri allevamenti suini nelle 48 ore precedenti all’ingresso. Inoltre, è vietato accedere a boschi o a qualunque luogo in cui siano stati segnalati cinghiali, date le potenziali fonti di contagio.
Queste misure rappresentano un passo fondamentale per garantire la sicurezza degli allevamenti suini, assicurando che solo il personale essenziale e in possesso delle necessarie condizioni igienico-sanitarie possa accedervi.
Abbattimenti e controllo dei contatti
Normative in caso di focolai confermati
L’ordinanza prevede misure drastiche come l’abbattimento preventivo di tutti gli animali di un allevamento nel caso venga identificato un contatto diretto o indiretto con un focolaio di peste suina africana confermato. Questo è un provvedimento cruciale per limitare la diffusione del virus e contenere l’emergenza.
Vigilanza e controlli nell’applicazione delle misure
Sono previsti controlli rigorosi per verificare il rispetto delle nuove prescrizioni. Le autorità veterinari saranno responsabili non solo di monitorare la conformità alle normative, ma anche di intervenire rapidamente nei casi di infrazione. Questo approccio proattivo è essenziale per garantire che i focolai esistenti non si espandano e per ripristinare la sicurezza nella filiera suinicola.
Questa ordinanza rappresenta una risposta decisa a una grave crisi sanitaria, evidenziando l’importanza della biosicurezza e la necessità di un’azione rapida e coordinata per proteggere gli allevamenti e la salute pubblica.