Ultimo aggiornamento il 31 Dicembre 2023 by Redazione
Vaccini anticancro a mRNA: una svolta nella ricerca oncologica
Il 2023 è stato un anno di svolta per la ricerca sui vaccini anticancro a mRNA. Questo percorso di ricerca è iniziato diversi anni fa, come sottolinea Paolo Ascierto, direttore del Dipartimento Melanoma, Immunoterapia oncologica e Terapie innovative dell’Istituto nazionale tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli. Già nel 2017, Ascierto discuteva con esperti dell’azienda BioNTech, che stavano sperimentando un vaccino per i tumori del polmone e il melanoma. Successivamente, l’arrivo della pandemia di Covid-19 ha accelerato la ricerca sui vaccini a mRNA, dimostrando la loro efficacia contro il virus. Questa piattaforma è stata quindi riconosciuta come capace di indurre una risposta immunitaria significativa.
Uno studio preliminare condotto su pazienti affetti da melanoma ha dimostrato che l’uso combinato di un vaccino a mRNA e l’immunoterapia con pembrolizumab può ridurre il rischio di recidiva del 44% e il rischio di metastasi a distanza del 66%. Questi risultati sono molto promettenti e hanno portato alla fase 3 dello studio, che è attualmente in corso. In Italia, il primo centro ad aprire lo studio è stato quello di Napoli, ma altri centri si sono uniti all’iniziativa. Attualmente, sono stati avviati 4 pazienti nel percorso di trattamento, che inizia con l’immunoterapia classica seguita dall’aggiunta del vaccino personalizzato, ottenuto da un campione del tumore del singolo individuo.
Ma come funziona esattamente questo vaccino? Il campione del tumore viene inviato in laboratorio, dove vengono isolati i neoantigeni, proteine mutate tipiche del tumore che vengono riconosciute come estranee dal sistema immunitario. Un algoritmo seleziona i 34 neoantigeni più immunogenici, dai quali viene costruito l’mRNA. Questo mRNA viene poi inoculato sottocute come un classico vaccino. Il trattamento dura un anno e prevede 9 somministrazioni del vaccino insieme all’immunoterapia con pembrolizumab. Questo approccio personalizzato potrebbe essere applicato non solo al melanoma, ma anche ad altri tipi di tumore, come il polmone.
La prospettiva futura è molto promettente. Secondo l’amministratore delegato di Moderna, i risultati potrebbero essere disponibili nel 2025, anche se di solito ci vogliono 2-3 anni per completare gli studi. L’oncologo Ascierto è ottimista e ritiene che tra 3-4 anni si potranno raccogliere i primi frutti di questa ricerca. Tuttavia, tutto dipende dai dati e dalla maturità degli stessi. Al momento, ci sono diverse linee di ricerca in corso, sia nella modalità adiuvante dopo l’intervento chirurgico che nella malattia metastatica. L’obiettivo è aumentare il tasso di guarigione per i pazienti affetti da melanoma e ampliare l’applicazione di questa terapia a altri tipi di tumore.
In conclusione, la ricerca sui vaccini anticancro a mRNA rappresenta una svolta nella lotta contro il cancro. Grazie a questa nuova strategia terapeutica, siamo sulla buona strada per migliorare le possibilità di guarigione per i pazienti affetti da tumore. Nonostante sia ancora necessario completare gli studi e raccogliere ulteriori dati, il futuro appare promettente. Come afferma l’oncologo Paolo Ascierto, “il bello deve ancora arrivare”.