Ultimo aggiornamento il 20 Agosto 2024 by Giordana Bellante
Le operazioni di ricerca per sei dispersi a bordo del veliero Bayesian, affondato al largo di Palermo, si sono intensificate. I sommozzatori dei Vigili del Fuoco sono attualmente impegnati in un’ardua missione di recupero, che si rivela impegnativa a causa delle difficoltà strutturali della nave. La situazione è estremamente complessa, con un contesto che ricorda in miniatura il tragico affondamento della Costa Concordia.
Operazioni di ricerca: le difficoltà affrontate dai Vigili del Fuoco
Immersioni limitate e condizioni interne difficili
Il portavoce del comando generale dei Vigili del Fuoco, Luca Cari, ha fornito dettagli sulle problematiche riscontrate durante le operazioni di immersione. Gli speleo sub sono costretti a lavorare in condizioni di grande stress temporale: possono rimanere sott’acqua per un massimo di 12 minuti, di cui 2 minuti sono necessari per le fasi di discesa e risalita. Questo lascia solo 10 minuti effettivi per svolgere ricerche e recuperi, un lasso di tempo limitato che non facilita le operazioni.
Le complicazioni aumentano notevolmente all’interno del veliero. Secondo quanto dichiarato da Cari, “gli spazi all’interno sono ridotti e la presenza di ostacoli rende difficoltoso il movimento”. Al momento, i sub hanno potuto ispezionare solo il ponte di comando, una zona invasa da numerosi cavi elettrici, senza riuscire a reperire elementi utili riguardanti i dispersi.
Visuale esterna e accesso alle aree interne
Un’altra problematica è la scarsa visibilità dall’esterno della nave. Le attrezzature impiegate non consentono di osservare l’interno del veliero e finora non è stato possibile individuare altri corpi all’interno della struttura. I Vigili del Fuoco, oltre alla difficoltà di immersione, si trovano a dover confrontarsi con l’impossibilità di valutare l’integrità dell’imbarcazione senza un accesso diretto.
Inoltre, Cari ha menzionato che è stato identificato un possibile punto di accesso attraverso una vetrata. Tuttavia, “questa risulta chiusa dall’interno e ha uno spessore di 3 centimetri, rendendo la rimozione un’operazione complessa che richiede tempo e attenzione”. Una volta superato questo ostacolo, i soccorritori sperano di procedere con le ispezioni in maniera più efficace, aumentando le probabilità di reperire i dispersi.
La sfida della navigazione subacquea
Tecnicismi e attrezzature specialistiche
La navigazione subacquea in spazi ristretti come quelli del veliero Bayesian rappresenta una sfida notevole per i soccorritori. Gli speleo sub devono utilizzare attrezzature specialistiche in grado di affrontare la pressione e la mancanza di luce. La mancanza di punti di riferimento e le corrente sottomarine possono rendere l’operazione non solo difficile, ma anche potenzialmente pericolosa.
I sub esperti devono avere una conoscenza approfondita delle tecniche di navigazione in ambienti angusti, poiché “qualsiasi movimento mal calcolato potrebbe compromettere non solo la sicurezza degli operatori, ma anche le operazioni di recupero dei dispersi”. Ciò esige un’accurata pianificazione e un’adeguata coesione tra le squadre di intervento.
Coordinamento delle squadre di soccorso
Il coordinamento tra diverse unità di soccorso è essenziale in situazioni come queste. Le operazioni richiedono la presenza di sommozzatori altamente qualificati e personale di supporto per garantire che ogni fase dell’intervento venga attuata con precisione. Gli uomini e le donne dei Vigili del Fuoco, insieme alle altre forze coinvolte, sono costantemente monitorati e supportati dal comando centrale nel tentativo di massimizzare la sicurezza e l’efficacia delle ricerche.
Ogni nuova immersione è seguita da un’analisi dettagliata dei risultati ottenuti e delle prossime mosse da intraprendere. Nonostante le sfide significative, il personale dei Vigili del Fuoco continua a lavorare senza sosta nel tentativo di portare a termine le operazioni di salvataggio e recupero.