La Mostra del Cinema di Venezia si arricchisce di un nuovo capitolo con ‘Venice Immersive‘, un’innovativa sezione dedicata ai media immersivi. Questo evento, recentemente inaugurato al Lazzaretto Vecchio, non è solo un punto di riferimento per gli appassionati di tecnologia, ma rappresenta anche una significativa opportunità di esplorazione artistica e culturale. Con una partecipazione internazionale senza precedenti e installazioni che variano dall’animazione al 360°, Venice Immersive ha già dimostrato il suo potenziale di attrazione di un vasto pubblico.
Il Lazzaretto Vecchio, situato di fronte al Lido di Venezia, ha una storia affascinante e antica. Fondato nel 1250 come luogo di ricovero per pellegrini di ritorno dalla Terra Santa, ha successivamente svolto il ruolo di ospedale per i malati di peste nel 1400. Quest’isola, che ha visto il passare dei secoli, ci ricorda la resilienza della cultura veneta e la continua trasformazione della sua identità. Oggi, dopo un’attenta ristrutturazione, il Lazzaretto Vecchio si presta a essere il palcoscenico ideale per le nuove forme d’arte, accogliendo il pubblico con una ventata di novità.
Durante il primo giorno di apertura della nuova sezione, l’aria era carica di entusiasmo e curiosità. Tra i visitatori spiccava anche Willem Dafoe, indicando l’interesse internazionale che una manifestazione di questo calibro riesce a generare. Venice Immersive è formato da oltre 60 progetti provenienti da 25 paesi, inclusi 26 in concorso e numerosi lavori già presentati in altre competizioni. Questo vasto panorama artistico non solo evidenzia la diversità culturale, ma anche l’emergente tendenza verso forme d’arte interattive e immersive, che stanno guadagnando terreno nel panorama contemporaneo.
Venice Immersive si distingue per la sua sezione totalmente dedicata all’Extended Reality , dove opere di diverso tipo, includendo video a 360° e installazioni sensoriali, si fondono per offrire esperienze uniche. Tra i progetti più interessanti c’è “What if… an immersive story“, sviluppato con il visore Apple Vision Pro da Disney+, che trasporta i partecipanti nell’universo Marvel. La produzione di questo lavoro ha coinvolto un team di oltre 400 professionisti, dimostrando l’impegno e la complessità che caratterizzano la creazione di queste esperienze artistiche, che non rimangono semplici osservazioni, ma coinvolgono attivamente l’utente.
Un altro progetto notevole è “Impulse: playing with reality“, narrato da Tilda Swinton. Qui, lo spettatore non è solo un osservatore passivo, ma interagisce con le storie di persone reali, approfondendo temi di grande umanità legati alla malattia attraverso l’animazione tridimensionale. Queste opere non rappresentano solo una fusione di diversi generi artistici, ma aprono anche un dialogo significativo con il pubblico, rendendo l’esperienza culturale più profonda e memorabile.
I curatori della sezione, Michel Reilhac e Liz Rosenthal, affermano che ciò che stiamo vivendo non è solo un’innovazione tecnologica, ma l’emergere di una nuova forma artistica che integra cinema, teatro e videogiochi. Pur essendo ancora una nicchia, il mercato della realtà virtuale mostra segnali di crescita, indicando un possibile ampliamento delle esperienze immersive e una maggiore accessibilità per il pubblico.
Inoltre, gli esperti sottolineano come queste forme d’arte si stiano rivelando particolarmente benefiche in contesti sociali, come le case di riposo, dove le persone possono connettersi con il mondo esterno e vivere esperienze che altrimenti sarebbero inaccessibili. Progetti come VRchat offrono platform interattive per il dialogo sociale, aprendo a nuove modalità di coinvolgimento e interazione tra gli utenti.
Il ruolo centrale dello storytelling è confermato da Leonardo Lami, studio producer di Anagram, il quale evidenzia come la qualità della narrazione influisca direttamente sull’efficacia dell’esperienza immersiva. La comunità internazionale di artisti e professionisti che lavorano nel campo della realtà immersiva dimostra che l’arte non ha confini e che l’innovazione prospera quando diverse culture e competenze si incontrano.
Venice Immersive si riconferma quindi come uno spazio di ritrovo per creativi e appassionati, segnando un passo importante verso un futuro in cui tecnologia e arte continueranno a dialogare e a evolversi in modi sorprendenti.
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