Ultimo aggiornamento il 28 Dicembre 2023 by Redazione
Indagine su appalti Anas: arresti domiciliari per Tommaso Verdini e altri
L’indagine avviata dai pm di Roma sulla gara da 180 milioni di euro per il risanamento di gallerie dell’Anas ha portato all’emissione di misure cautelari. Tommaso Verdini, figlio dell’ex parlamentare Denis Verdini, è stato posto agli arresti domiciliari insieme ad altre quattro persone. Inoltre, due misure interdittive della durata di 12 mesi sono state disposte dal gip della Capitale. I reati contestati variano tra corruzione e turbata libertà degli incanti, coinvolgendo sia imprenditori che pubblici ufficiali.
Accuse di corruzione e turbata libertà degli incanti
L’indagine si concentra sulla società di lobbying Inver, guidata da Tommaso Verdini, che avrebbe agevolato alcune ditte nell’ottenere e vincere appalti con l’Anas grazie all’accesso a informazioni riservate. Non sono coinvolti i vertici della società che gestisce la rete di strade statali e autostrade di interesse nazionale. Secondo l’accusa, un dirigente e un funzionario di Anas avrebbero fornito informazioni e documenti riservati a privati, facilitando l’affidamento di lavori per il risanamento di gallerie per un totale di 180 milioni di euro.
Un sistema corruttivo stabile
Il gip afferma che l’indagine ha rivelato l’esistenza di un sistema corruttivo solido che ha turbato le gare per appalti milionari. Gli indagati avrebbero collaborato con pubblici ufficiali e clienti privati, sfruttando le loro relazioni con funzionari di Anas per favorire i propri clienti nelle procedure di aggiudicazione delle gare. L’ordinanza sostiene che le persone coinvolte nel registro degli indagati erano in grado di favorire i loro clienti grazie ai loro legami politici e alle conoscenze all’interno di Anas.
L’inchiesta è stata avviata sulla base di una denuncia presentata da un ex dirigente dell’Anas nel corso del 2021. Durante le indagini è emerso che Denis e Tommaso Verdini, insieme ad altri indagati, stavano cercando di continuare la loro relazione con gli imprenditori, cercando di mettersi al riparo dalle conseguenze penali delle loro azioni illecite attraverso l’uso di un’altra società.
La genesi dell’inchiesta è legata ad una denuncia presentata ai magistrati di piazzale Clodio da un ex dirigente dell’Anas negli ultimi mesi del 2021.