Via Appia: un viaggio nella storia della Regina Viarum, Patrimonio dell’Umanità

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Via Appia: un viaggio nella storia della Regina Viarum, Patrimonio dell'Umanità - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 2 Agosto 2024 by Giordana Bellante

La via Appia, conosciuta come Regina Viarum, è uno dei tratti più emblematici della storia romana, recentemente inserita nella lista UNESCO dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità. Questa strada consolare ha un’importanza storica, culturale e ingegneristica senza pari, testimoniando il genio della civiltà romana e il suo impatto duraturo. L’analisi di quest’opera è arricchita dalla voce di Simone Quilici, direttore del Parco archeologico dell’Appia antica, che guida il lettore in un viaggio virtuale alla scoperta di questa straordinaria infrastruttura.

La costruzione della strada consolare nel 312 a.C.

Un’opera ingegneristica fondamentale

La via Appia ha le sue origini nel 312 a.C., periodo storicamente significativo legato alle guerre sannitiche. L’iniziativa fu intrapresa dal censore Appio Claudio Cieco, il quale orchestrò la costruzione della strada non solo come un elemento strategico per la mobilitazione delle truppe, ma anche come simbolo del potere e dell’efficienza romana. La strada inizialmente si estendeva da Roma a Terracina, correndo per circa 90 chilometri come un lungo rettifilo attraverso le colline. Quest’opera ingegneristica, che implicava l’adeguamento dell’orografia circostante, si caratterizza per la presenza di ponti, viadotti e infrastrutture pensate per garantire un rapido accesso ai luoghi di combattimento.

Monumenti e sepolture lungo il percorso

Sull’Appia, l’arte funeraria si manifestava attraverso i numerosi mausolei e tombe. Essere sepolti lungo questa strada era considerato un privilegio e simbolo di status per le famiglie nobili. Simone Quilici sottolinea come nel tratto più vicino a Roma, numerosi monumenti funerari punteggiassero il paesaggio, riflettendo la pratica culturale dell’epoca di collocare le sepolture al di fuori dei centri abitati. Tra i mausolei più celebri, si trova l’imponente tomba di Cecilia Metella, che rappresenta un punto di riferimento iconico nello skyline della campagna romana.

Il prolungamento da Roma a Capua

L’importanza strategica di Capua

Con l’espansione di Roma durante la Repubblica, l’Appia ebbe un ulteriore sviluppo, estendendosi fino a Capua, oggi Santa Maria Capua Vetere. Questo sta sottolinea l’importanza di Capua come tappa strategica durante le guerre sannitiche. Qui si trova un anfiteatro di notevole importanza, ancora oggi visitabile e oggetto di restauri significativi. La strada, iniziata nel 268 a.C., non solo collegava Roma a Capua, ma rappresentava anche un collegamento cruciale verso Benevento.

L’Appia Traiana e il suo significato

Durante il periodo imperiale, particolarmente tra il 108 e il 110 d.C., l’imperatore Traiano realizzò un’ulteriore estensione della via, l’Appia Traiana, che collegava Benevento direttamente alla costa. Qui fu costruito l’Arco di Traiano, un importante monumento che attira l’attenzione e che ancora oggi definisce il panorama urbano della città. Questo ampliamento non solo migliorò l’accesso marittimo, ma segnò anche un passo avanti importante nella rete viaria romana, facilitando commerci e comunicazioni.

Dalla conquista della Magna Grecia verso Taranto e Brindisi

Un percorso verso nuove colonie

Con la conquista della Magna Grecia, la via Appia continuò a espandersi, raggiungendo Taranto e Brindisi. Da Benevento, la strada passava per Venosa e si estendeva a Taranto nel 272 a.C., diventando un asse vitale per le colonie greche e un collegamento importante nel panorama commerciale e culturale romano.

Il culmine della strada e il commercio

Brindisi rappresentò il termine ultimo dell’espansione dell’Appia, raggiunto nel 244 a.C. Da qui partivano imbarcazioni verso la Grecia, un centro culturale di grande rilevanza per i romani e per la civiltà occidentale. La via Appia si trasformò così da una strada prevalentemente militare a uno snodo commerciale di primaria importanza, segnalando un cambiamento nella mobilità e nelle interazioni sociali, culturali ed economiche dell’epoca. Le due colonne terminali di Brindisi, testimonianze di questo fervente luogo di scambio, sono oggi oggetto di rivalità territoriali e di discussioni accademiche, continuando a stimolare l’interesse per la storia e la cultura di questa significativa arteria viaria.

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