Via Comisso: l’ex scuola di Ferratella sarà trasformata per accogliere le persone più vulnerabili

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Via Comisso: l’ex scuola di Ferratella sarà trasformata per accogliere le persone più vulnerabili - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 23 Agosto 2024 by Giordana Bellante

Il Consiglio di Stato ha recentemente emesso una sentenza cruciale riguardante l’ex scuola di Via Comisso nella zona della Ferratella, respingendo l’appello presentato da alcuni residenti locali contro il progetto di inclusione sociale. Questa decisione si inserisce all’interno delle iniziative finanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza , che mira a migliorare il sostegno per i gruppi più fragili della società.

Il progetto di inclusione sociale

Un’analisi della sentenza del Consiglio di Stato

Il 12 agosto 2024 è stata pubblicata la sentenza numero 5029/2024 della settima sezione del Consiglio di Stato, in cui si respinge l’appello firmato da Livio Giuliani ed Emiliano Furfaro, entrambi attivi in un comitato di quartiere. In precedenza, i due avevano già presentato un ricorso presso il TAR del Lazio, che era stato dichiarato inammissibile nel mese di aprile. Nella loro contestazione, Giuliani e Furfaro avevano sostenuto che la realizzazione del progetto avrebbe potuto influire negativamente sul valore delle loro abitazioni, collocate nelle vicinanze dell’immobile comunale.

Dettagli sul progetto inclusivo

Il piano prevede l’ospitalità di un massimo di 22 persone senza fissa dimora, contrariamente alle affermazioni diffuse sui social media che citano cifre esorbitanti, fino a 300. L’ex scuola di Via Comisso ospiterà, oltre al servizio di housing first e stazione di posta, anche iniziative già attive come la Banca del Tempo e il Comitato Roma9 della Croce Rossa. La proposta mira a promuovere un approccio inclusivo e human-friendly, in linea con le linee guida del PNRR nella Missione 5, dedicata all’inclusione e coesione sociale.

Le reazioni della comunità

Il dibattito in corso nel quartiere

La realizzazione del progetto ha suscitato reazioni contrastanti all’interno della comunità locale. Da un lato, il Comitato di Quartiere Eur Ferratella ha alimentato preoccupazioni circa la sicurezza e l’impatto sociale del progetto, argomentando contro gli interventi di inclusione. Dall’altro lato, la maggior parte degli abitanti del quartiere ha manifestato un sostegno attivo verso iniziative che mirano a fornire assistenza alle persone in difficoltà, riflettendo un approccio più empatico e inclusivo.

Le spese legali e i risvolti economici

Il Consiglio di Stato ha inoltre imposto il pagamento delle spese legali ai due ricorrenti. Entrambi sono stati condannati a versare 1.500 euro ciascuno a favore di Roma Capitale e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, per un totale di 3.000 euro, oltre alle spese generali, IVA e CPA come previsto dalla legge. Questo segnale potrebbe fungere da deterrente per eventuali futuri tentativi di ostacolare l’attuazione di progetti simili, evidenziando l’importanza di iniziative che promuovono la coesione sociale nel contesto di quartieri densamente popolati.

La decisione del Consiglio di Stato rappresenta una tappa importante nella realizzazione di un progetto ben più ampio, volto a supportare le persone in difficoltà, all’interno di un contesto complesso e spesso controverso come quello dell’inclusione sociale.

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