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Vietato pubblicare ordinanze di custodia cautelare: emendamento di Azione approvato

Stop alla pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare: la Camera approva l’emendamento di Enrico Costa

La Camera dei Deputati ha approvato con 160 voti a favore e 70 contrari l’emendamento presentato da Enrico Costa (Azione) alla legge di delegazione europea. Questo emendamento vieta la pubblicazione integrale o parziale delle ordinanze di custodia cautelare fino alla fine dell’udienza preliminare.

Secondo il segretario di Azione, Carlo Calenda, questa decisione rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei diritti dell’imputato e nella presunzione di innocenza. Calenda ha espresso il suo ringraziamento a Enrico Costa per il suo impegno e il suo straordinario lavoro in campo giudiziario. “Questo è un grande servizio reso da Enrico Costa”, ha affermato Calenda, “che ha combattuto duramente per questa battaglia di civiltà, rispettando i principi di garantismo e giusto processo sanciti dalla Costituzione”.

Bonelli-Dori: “Nuovo bavaglio alla libertà di stampa”

Tuttavia, non tutti condividono questa visione positiva dell’emendamento. Angelo Bonelli, co-portavoce e deputato di Verdi e Sinistra, insieme a Devis Dori, capogruppo di Verdi e Sinistra nella commissione Giustizia della Camera, sostiene che questa decisione rappresenti un nuovo attacco alla libertà di stampa. Secondo loro, l’emendamento di Costa, inserito nella legge di delegazione europea, potrebbe diventare uno strumento per limitare la libertà di espressione dei media. Bonelli e Dori esprimono preoccupazione per il fatto che il Ministero della Giustizia, guidato da Nordio, non abbia il giusto equilibrio per affrontare un tema così delicato. Inoltre, criticano il fatto che il Ministro della Giustizia sia spesso assente dalla scena politica, come sta accadendo con la riforma della prescrizione.

La protezione dei diritti dell’imputato e la libertà di stampa: un equilibrio delicato

La decisione di vietare la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare fino alla fine dell’udienza preliminare solleva importanti questioni riguardo all’equilibrio tra la protezione dei diritti dell’imputato e la libertà di stampa. Mentre alcuni vedono questa misura come un passo avanti nella tutela dei diritti individuali, altri temono che possa rappresentare un ostacolo per l’informazione pubblica e la trasparenza del sistema giudiziario. È fondamentale trovare un equilibrio tra questi due principi fondamentali per garantire un sistema giudiziario giusto ed equo. La decisione presa dalla Camera dei Deputati solleva interrogativi importanti e richiede un’attenta riflessione sulle implicazioni che potrebbe avere sulla libertà di stampa e sul diritto del pubblico di essere informato.

Redazione

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