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Visita del presidente Francesco Rocca alla Casa circondariale “Regina Coeli” dopo i recenti disordini

Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, ha fatto visita alla Casa circondariale “Regina Coeli” in seguito ai gravi disordini che hanno colpito il carcere romano. Gli eventi recenti hanno sollevato preoccupazioni sulla sicurezza e sulle condizioni di vita all’interno della struttura. Con questa visita, Rocca intendeva ascoltare le problematiche del personale e valutare possibili interventi per migliorare la situazione.

Disordini e condizioni critiche nel carcere

Un quadro allarmante

La Casa circondariale “Regina Coeli” ha vissuto momenti di grande tensione che hanno portato a eruzioni di violenza tra i detenuti e ingenti danni alla struttura stessa. Vandalismi, celle incendiate e persino detenuti ustionati sono solo alcune delle immagini drammatiche che hanno caratterizzato le ultime settimane. I disordini sono stati attribuiti a motivi legati al sovraffollamento e alle pessime condizioni di vita, che sono diventati problemi cronici per il sistema carcerario italiano.

In particolare, il sovraffollamento a Regina Coeli ha raggiunto livelli critici, toccando punte del 185%. Ciò ha messo a dura prova il personale di Polizia Penitenziaria e il personale sanitario, la cui mancanza di risorse ha reso ancora più difficile gestire situazioni di crisi. Questi eventi sollevano interrogativi non solo sulla sicurezza degli agenti e dei detenuti, ma anche sull’agibilità della struttura stessa.

L’incontro con le autorità

Durante la visita di Rocca, che si è svolta questa mattina, il presidente ha avuto l’opportunità di confrontarsi con figure chiave della gestione del carcere, tra cui la direttrice Claudia Clementi, il Comandante della Polizia Penitenziaria Francesco Salemi e il responsabile dell’Assistenza Sanitaria Luigi Persico. Questo incontro rappresenta un passo fondamentale per comprendere gli aspetti critici della situazione attuale e per cogliere le necessità immediate.

Il presidente Rocca ha ascoltato con attenzione le problematiche sollevate dai presenti, sottolineando l’importanza di un dialogo aperto e costruttivo. Ha promesso un impegno attivo da parte della Regione, cercando di offrire supporto in merito a quelle questioni che rientrano nelle competenze della sua amministrazione.

Il sovraffollamento e la ricerca di soluzioni

Criticità diffuse nel sistema carcerario

Rocca ha posto in evidenza il grave problema del sovraffollamento, che non è limitato a Regina Coeli, ma è diffuso in gran parte delle carceri laziali e italiane. Le strutture penitenziarie sono perlopiù obsolete e non in grado di soddisfare le attuali esigenze. Durante il suo intervento, ha sottolineato che il sovraffollamento porta a una diminuzione della qualità della vita dei detenuti, compromettendo anche le possibilità di recupero e reinserimento sociale.

In un contesto dove le risorse sono scarse e il personale insufficiente, la situazione diventa sempre più insostenibile. Le parole di Rocca evidenziano un allarme che va oltre la singola struttura, ponendo l’accento su una necessaria riorganizzazione del sistema carcerario a livello regionale e nazionale.

La proposta di trasformazione

Uno degli elementi più controversi espressi dal presidente riguarda l’eventuale chiusura di Regina Coeli e la sua possibile trasformazione in casa di reclusione. Secondo Rocca, un tale passo potrebbe aiutare a decongestionare la struttura e migliorare le condizioni di vita dei detenuti. Proponendo di utilizzare Rebibbia come carcere giudiziario, il presidente mira a trovare soluzioni praticabili in un momento di riorganizzazione complessiva del sistema penitenziario.

La visione espressa dal presidente potrebbe dare avvio a un dibattito più ampio sulle politiche carcerarie della Regione Lazio e sull’equilibrio necessario tra sicurezza e dignità umana. Una risposta adeguata su questi temi potrebbe essere cruciale per il futuro della giustizia e del recupero sociale.

Rocca ha concluso sottolineando la necessità di una costante attenzione alle strutture penitenziarie da parte delle istituzioni, affinché si possano garantire condizioni dignitose per tutti gli attori coinvolti nel sistema.

Giordana Bellante

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