Ultimo aggiornamento il 13 Settembre 2024 by Giordana Bellante
La visita del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, alla struttura penitenziaria femminile di Rebibbia segna un passo importante per capire le condizioni delle detenute e il lavoro svolto dal personale penitenziario e sanitario. L’incontro con figure chiave del sistema penitenziario e sanitario ha fornito un’occasione preziosa per affrontare temi legati al sovraffollamento carcerario e alla salute delle detenute.
Un incontro cruciale con le autorità locali
L’interazione di Francesco Rocca con la direttrice della struttura, Nadia Fontana, è stato fondamentale per comprendere le dinamiche interne del carcere. Durante la visita, Rocca si è confrontato anche con il comandante della polizia penitenziaria, Carlo Olmi, e il commissario della ASL Roma 2, Francesco Amato. Questi incontri hanno messo in luce le diverse sfide che il personale affronta quotidianamente nelle carceri. Rocca ha espresso una particolare attenzione per le esigenze emerse durante queste discussioni, sottolineando l’importanza di un intervento coordinato per migliorare le condizioni di detenzione.
In aggiunta, il vicepresidente del consiglio regionale, Pino Cangemi, ha partecipato attivamente al dialogo, portando la sua esperienza e proponendo soluzioni pratiche per affrontare le criticità riscontrate. L’incontro ha evidenziato anche la necessità di un impegno collettivo per garantire una gestione più efficace e umana del sistema penitenziario, soprattutto in un contesto di crisi delle strutture carcerarie.
Condizioni delle detenute e il nido infantile
Durante la visita, il presidente Rocca ha avuto l’opportunità di interagire con alcune delle detenute. Ha visitato il nido all’interno del carcere, attualmente attrezzato per ospitare due bambini che vivono insieme alle loro madri. Questo elemento rivela l’approccio multifunzionale della struttura, che cerca di mantenere un legame affettivo tra le detenute e i loro bambini, nonostante il contesto difficile.
Rocca ha riportato con preoccupazione le condizioni di sofferenza e il sovraffollamento che caratterizzano attualmente le carceri sia a livello regionale che nazionale. La carenza di organico, oltre a influenzare la qualità del lavoro degli agenti di polizia penitenziaria, pesa anche sulle condizioni di vita delle detenute, portando a un ambiente insalubre e poco dignitoso.
Il ruolo cruciale dell’assistenza sanitaria
Un altro punto centrale emerso dal colloquio con il personale sanitario è il diritto alla salute delle detenute. Francesco Rocca ha evidenziato come la Regione abbia l’obbligo di garantire che le condizioni detentive non compromettano la salute fisica e mentale delle persone in carcere. La salute, diritto fondamentale sancito dalla Costituzione Italiana, rappresenta una priorità da tutelare anche in contesti così complessi come il sistema penitenziario.
Il presidente ha sottolineato l’importanza di fornire agli operatori sanitari ambienti di lavoro adeguati, così da permettere loro di svolgere al meglio il proprio compito. Senza un giusto supporto, anche gli interventi sanitari rischiano di non essere efficaci, lasciando le detenute in una situazione di vulnerabilità. Pertanto, migliorare le strutture e supportare il personale è essenziale per garantire un percorso di riabilitazione dignitoso e costruttivo per chi sta scontando una pena.
La visita di Francesco Rocca alla Casa Circondariale Femminile di Rebibbia è un segno di impegno da parte della Regione Lazio nel tentativo di affrontare e risolvere le problematiche del sistema carcerario. Le informazioni raccolte e le interazioni avute costituiranno la base per futuri piani d’azione e intervento volti a migliorare le condizioni di vita delle detenute e il lavoro degli operatori.