Vito Molinari, pioniere dei programmi Rai e del varietà italiano, ci ha lasciati nel 2025, lasciando un'eredità indelebile nella televisione italiana
Vito Molinari, celebre regista e figura di spicco della televisione italiana, è venuto a mancare all’età di 95 anni all’ospedale di Lavagna, in provincia di Genova. La sua carriera è stata caratterizzata da oltre 2.000 trasmissioni, tra cui programmi iconici come ‘L’amico del giaguaro’, ‘Un due e tre’ e l’edizione di ‘Canzonissima’ del 1962, che ha visto la censura di Dario Fo e Franca Rame. Molinari ha avuto un ruolo fondamentale nella nascita e nello sviluppo del varietà della Rai, contribuendo a plasmare la storia della televisione italiana.
Nato il 6 novembre 1929 a Sestri Levante, Vito Molinari ha mostrato fin da giovane una passione per la recitazione, fondando il Centro Universitario Teatrale di Genova. Le sue prime esperienze nel mondo dello spettacolo risalgono al Circolo Lumen, dove ha scritto e diretto il Ciclo dei Processi Celebri dell’Antichità. Nel 1953, Molinari è stato scelto da Sergio Pugliese, direttore dei programmi della Rai, per dirigere il programma inaugurale della Radio Televisione Italiana, andato in onda il 3 gennaio 1954. Questo evento ha segnato l’inizio delle trasmissioni ufficiali della Rai, con un programma che ha illustrato il funzionamento delle telecamere e ha celebrato il lancio del Canale Nazionale.
Nel corso della sua carriera, Vito Molinari ha firmato numerosi programmi che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della Rai. Collaborando con nomi illustri come Eros Macchi, Mario Landi e Antonello Falqui, ha contribuito a creare un format di varietà che ha intrattenuto il pubblico italiano per decenni. Tra i suoi lavori più noti si annoverano ‘Senza rete’ con Alberto Bonucci e Monica Vitti, ‘Lui e lei’ con Nino Taranto e Delia Scala, e ‘Musica alla ribalta’. Molinari ha anche diretto programmi che hanno lanciato carriere di artisti come Paolo Villaggio, Cochi e Renato, e Gigi Proietti, consolidando la sua reputazione come uno dei registi più influenti della televisione italiana.
La carriera di Vito Molinari non è stata priva di controversie. Negli anni ’50 e ’60, ha affrontato diversi episodi di censura che hanno messo in luce le tensioni tra creatività e controllo editoriale. Un episodio significativo è avvenuto il 2 agosto 1959, quando il varietà ‘Un due tre’ è stato chiuso dopo che Vianello e Tognazzi hanno parodiato un incidente che aveva coinvolto il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. La reazione della Rai è stata immediata, con i due comici licenziati sul posto. Un altro caso emblematico è quello di ‘Canzonissima’ nel 1962, dove la censura ha colpito uno sketch che trattava la sicurezza nei cantieri, provocando la rottura tra la Rai e i conduttori Dario Fo e Franca Rame, che si sono ritirati poco prima della trasmissione.
Oltre alla sua carriera televisiva, Vito Molinari ha diretto oltre quaranta operette al Festival di Trieste e ha collaborato con enti lirici in diverse città italiane, tra cui Palermo, Napoli e Roma. Ha anche realizzato più di 500 brevi sceneggiati per ‘Carosello’, il celebre spazio pubblicitario della Rai. Molinari ha scritto diversi libri sulla sua esperienza nel mondo dello spettacolo, tra cui ‘Le mie subrettes’ e ‘Carosello… e poi tutti a nanna’. La sua ultima apparizione pubblica risale al 28 febbraio 2024, quando ha partecipato a un programma celebrativo per i settant’anni della Rai, testimoniando così la sua lunga e fruttuosa carriera.
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