Il ‘principe dell’Impero’, la nascita e l’esilio. Il ritorno in Italia nel 2002
È scomparso oggi, all’età di 86 anni, Vittorio Emanuele di Savoia, il pretendente al trono d’Italia che per anni è stato coinvolto in una disputa con la linea dinastica di Aimone di Savoia-Aosta. La sua vita è stata segnata da una serie di eventi controversi, tra cui l’omicidio di Dirk Hamer sull’isola di Cavallo nel 1978, che ha avuto un impatto duraturo sulla sua esistenza.
Nato a Napoli il 12 febbraio 1937, Vittorio Emanuele era il figlio dell’ultimo re d’Italia Umberto II e di Maria José. Fin dalla sua nascita, è stato acclamato come “il principe dell’Impero”, in riferimento al regime fascista appena proclamato. Ha ricevuto i titoli di principe di Napoli e principe di Piemonte. Tuttavia, le sue speranze di salire al trono sono state infrante dal referendum istituzionale del 2 giugno 1946, che ha sancito la fine della monarchia in Italia.
A seguito dell’entrata in vigore della Costituzione repubblicana il 1 gennaio 1948, è stato stabilito che i discendenti maschi della famiglia Savoia dovessero vivere in esilio e fosse loro vietato tornare in Italia. Così, i Savoia hanno lasciato il Paese e sono rimasti in esilio in Svizzera, Francia e Corsica fino alla fine del 2002, quando è stata abolita la norma costituzionale che imponeva l’esilio agli eredi maschi dei Savoia. In quell’anno, Vittorio Emanuele ha emesso un comunicato ufficiale da Ginevra in cui ha preso ufficialmente le distanze dalle leggi razziali, segnando un momento storico per la famiglia Savoia. Ha anche giurato fedeltà alla Costituzione repubblicana e al presidente della Repubblica, rinunciando così a qualsiasi pretesa dinastica sullo Stato italiano.
Il matrimonio con Marina Doria, la nascita del figlio Emanuele Filiberto
Dopo 13 anni di fidanzamento, Vittorio Emanuele ha sposato Marina Doria con una cerimonia civile a Las Vegas l’11 gennaio 1970, nonostante l’opposizione di suo padre Umberto. Successivamente, si sono sposati anche con una cerimonia religiosa a Teheran il 7 ottobre 1971. Dal loro matrimonio è nato nel 1972 il loro figlio Emanuele Filiberto, che è diventato un personaggio televisivo di spicco.
Scandali e accuse, dal traffico di armi alla morte di Dirk Hamer
Vittorio Emanuele è stato coinvolto in diversi scandali e ha affrontato numerose accuse nel corso degli anni. Negli anni ’70, è stato indagato per traffico internazionale di armi in paesi mediorientali soggetti a embargo. L’indagine è stata poi archiviata. Vittorio Emanuele agiva come intermediario d’affari per conto della Agusta e, grazie alla sua amicizia con lo scià di Persia Reza Pahlavi, si occupava di compravendite di elicotteri tra l’Italia, l’Iran e altri paesi arabi.
Il 18 agosto 1978, è stato accusato di omicidio per aver sparato al giovane tedesco Dirk Hamer, 19 anni, sull’isola di Cavallo in Corsica. L’accusa di omicidio volontario è stata successivamente abbandonata e nel novembre 1991 è stato prosciolto dalla Camera d’accusa parigina. Tuttavia, è stato condannato a 6 mesi con la condizionale per porto abusivo d’arma da fuoco “fuori dalla propria abitazione”. Nel giugno 2006, durante la sua detenzione nel carcere di Potenza, è stata intercettata una conversazione in cui Vittorio Emanuele ammetteva di aver sparato al giovane, vantandosi di essere uscito vittorioso dalla vicenda. Il contenuto della conversazione è stato successivamente divulgato dalla stampa.
L’arresto nel 2015, il risarcimento per i giorni trascorsi in cella da innocente
Come molte personalità della classe dirigente italiana, Vittorio Emanuele è stato iscritto alla loggia massonica P2 di Licio Gelli con il numero di tessera 1.621. Nel giugno 2006, su ordine del Gip del Tribunale di Potenza, è stato arrestato con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso, nonché associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione nell’ambito di un’indagine legata al casinò di Campione d’Italia. Dopo una lunga battaglia legale, è stato assolto da tutte le accuse. Nel febbraio 2015, Vittorio Emanuele ha ottenuto un risarcimento di 40.000 euro per i giorni trascorsi in cella da innocente.
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