Vittorio Feltri, giornalista di spicco, sarà processato per istigazione all’odio razziale. La decisione dei giudici è stata presa dopo l’esposto presentato dall’ex senatore Saverio De Bonis, estromesso dal Movimento 5 Stelle. Le frasi contro il Sud e i meridionali pronunciate dal direttore de “Il Giornale” sono state alla base delle accuse. Tra le dichiarazioni incriminate: “Al Sud sono contro le autonomie perché vogliono vivere sulle spalle degli altri”, “Tra Nord e Sud un abisso. Milano grande, Roma grande immondezzaio di Italia”, “I meridionali? In molti casi sono inferiori”. Il processo si terrà con rito abbreviato, con la possibilità di riduzione della pena in caso di condanna, prospettiva che Vittorio Feltri non considera nemmeno, confidando nell’assoluzione.
Il generale Roberto Vannacci è anch’egli coinvolto in un’indagine per istigazione all’odio razziale. In un’intervista al “Corriere della Sera”, Vittorio Feltri ironizza sulla situazione, dichiarando: “È un segno che siamo un po’ parenti. Il generale ha scritto un libro, ‘Il mondo al contrario’, e ha fatto bene. È stato bravo e il successo di pubblico è consequenziale. Io ho letto quel libro, non c’è scritto nulla di strano, solo cose ovvie. Ma non ho mai affrontato questi temi come ha fatto Vannacci”. La scelta del rito abbreviato da parte di Feltri è giustificata come conseguenza di una lunga vicenda giudiziaria e l’aspettativa è quella di essere assolto. Criticando il clima attuale, afferma: “Oggi non si può più scrivere o dire niente”.
Nonostante le accuse, Vittorio Feltri non mostra pentimenti riguardo alle sue affermazioni sul Mezzogiorno. Sottolinea che il Nord si è evoluto mentre il Sud fatica a farlo, per via di una disorganizzazione politica che ostacola il progresso. Addirittura, riferendosi agli insulti ricevuti per la sua provenienza bergamasca, afferma: “Mi chiamano ‘Polentone’ da 100 anni, ma la polenta è buona e il resto sono sciocchezze”. Rispondendo su Napoli, rivela: “La mia città preferita in assoluto è Napoli. Parlo benissimo il napoletano”. Cresciuto nel Molise, ricorda con affetto il tempo trascorso a Guardialfiera e racconta un gesto di generosità verso la sua città d’origine, dimostrando il legame profondo che lo lega al Sud.
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