Vittorio Feltri infiamma il dibattito sulla ciclabilità: le sue dichiarazioni choc e le polemiche attorno

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Vittorio Feltri infiamma il dibattito sulla ciclabilità: le sue dichiarazioni choc e le polemiche attorno - Occhioche.it

Ultimo aggiornamento il 25 Settembre 2024 by Redazione

Le recenti dichiarazioni di Vittorio Feltri, esponente del Consiglio regionale della Lombardia e noto giornalista, hanno scatenato un acceso dibattito sulle piste ciclabili e sulla sicurezza dei ciclisti. Durante una trasmissione radiofonica, Feltri ha lanciato battute contro i ciclisti, affermando che le piste a loro dedicate siano una rovina. Le sue parole hanno sollevato un putiferio, con richieste di dimissioni e reazioni a catena sui social media.

Una battuta di cattivo gusto o un’opinione condivisa?

Lo sfogo di Feltri a La Zanzara

Durante la trasmissione radiofonica “La Zanzara“, Feltri ha affrontato il tema delle piste ciclabili in modo provocatorio, dicendo: “Mi diverto solo quando i ciclisti vengono travolti da un’auto”. Queste affermazioni hanno immediatamente attirato l’attenzione dei media e del pubblico, generando una polemica di proporzioni notevoli. Feltri ha cercato di ridurre l’impatto delle sue parole, sostenendo che si trattasse di una battuta nel contesto di un discorso umoristico e non di un invito alla violenza.

“Non chiedo scusa a nessuno perché non ho offeso nessuno”, ha dichiarato, evidenziando il suo disinteresse per le reazioni suscitate da quanto affermato. Secondo Feltri, la presenza dei ciclisti nelle strade di Milano è problematica, e le piste ciclabili dovrebbero essere riconsiderate. “Credo che i ciclisti rompano i coglioni”, ha affermato, riferendosi alla sua esperienza personale nella metropoli lombarda.

La vita quotidiana di un ciclista a Milano

Feltri ha condiviso anche la sua esperienza personale con la bicicletta, rievocando i tempi della sua giovinezza, quando il traffico non era così intenso e i pericoli per i ciclisti erano significativamente inferiori. Ha descritto Milano come un luogo caotico per chi decide di utilizzare una bicicletta, citando l’esempio di Corso Buenos Aires, una delle arterie principali della città, dove i ciclisti rischiano di subire danni a causa della frenesia del traffico.

Questa riflessione ha toccato un nervo scoperto relativo alla sicurezza dei ciclisti e al bisogno di miglioramenti delle infrastrutture stradali, ma Feltri ha ribadito che il suo punto di vista ruota principalmente intorno al malcontento verso le attuali piste ciclabili.

Le polemiche e le reazioni del pubblico

La richiesta di dimissioni e le risposte di Feltri

Le affermazioni di Feltri non sono passate inosservate e hanno suscitato reazioni anche da parte della politica locale e dell’opinione pubblica. Alcuni hanno chiesto le sue dimissioni dal Consiglio regionale della Lombardia, ritenendo le sue dichiarazioni inaccettabili per una figura politica. In risposta, Feltri ha mostrato indifferenza, con affermazioni provocatorie sul suo compenso e sul fatto che trascorre poco tempo nel Consiglio.

“Quanto guadagno? Ma quali 15mila euro… Sono 8mila euro al mese”, ha dichiarato, cercando di sminuire l’importanza della polemica. Ha anche risposto in modo sarcastico a coloro che lo criticano, sottolineando che i suoi guadagni non sono un tema di interesse per lui.

Le reazioni sui social media e tra i ciclisti

La reazione del pubblico è stata altrettanto vivace, con molte persone che si sono schierate a favore e contro Feltri. Gli amanti delle due ruote hanno espresso indignazione per le sue affermazioni, evidenziando l’importanza della sicurezza dei ciclisti e criticando la retorica aggressiva nei loro confronti. I social media si sono riempiti di commenti e condivisioni, contribuendo a mantenere acceso il dibattito.

Le affermazioni di Feltri sul “vaffa a Parenzo” hanno ulteriormente alimentato la discussione, dimostrando come un commento possa trasformarsi rapidamente in un tema di dibattito pubblico, riflettendo le differenze di opinione su mobilità urbana, sicurezza stradale e rispetto tra utenti della strada.

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