Ultimo aggiornamento il 13 Dicembre 2023 by Redazione
Boom di infezioni da virus West Nile in Italia nel 2022
Secondo il rapporto European Union One-Health Zoonoses 2022, realizzato da Efsa ed Ecdc con il coordinamento dell’Istituto superiore di sanità, l’Italia ha registrato un boom di infezioni da virus West Nile nel 2022. L’aumento delle notifiche rispetto all’anno precedente è stato particolarmente marcato, con un aumento del 1.012,3%. In totale, sono stati segnalati all’Ecdc 723 casi confermati umani di West Nile, principalmente provenienti dal Nord-Est d’Italia. Questo rappresenta il 65,1% di tutti i casi di virus West Nile riportati in Europa, che ammontano a 1.111 casi. Il rapporto evidenzia un aumento delle segnalazioni per quasi tutte le infezioni nel Paese.
Da salmonellosi a Escherichia coli, anche le altre infezioni in crescita
A livello europeo, le zoonosi più frequentemente riportate nell’uomo nel 2022 sono state da campylobacter e salmonella, sebbene il loro numero sia ancora inferiore rispetto al periodo pre-pandemico. Tuttavia, le infezioni più gravi sono state la listeriosi e il virus West Nile, con il maggior tasso di mortalità tra i casi. Nel complesso, sono state segnalate circa 137.000 segnalazioni di campilobatteriosi e 65.000 di salmonellosi nell’UE nel 2022. Nel rapporto si evidenzia che il numero di focolai, casi di malattie trasmesse da alimenti, ricoveri e decessi segnalati è stato superiore rispetto all’anno precedente. In particolare, il numero di decessi dovuti a focolai epidemici è stato il più alto degli ultimi 10 anni nell’UE. Tra i casi epidemici, il maggior numero di decessi è stato registrato tra i pazienti con listeriosi e salmonellosi.
Aumento dei casi di salmonellosi ed Escherichia coli in Italia
In Italia, nel 2022 sono aumentati anche i casi di salmonellosi (+85,2%) e di infezione da Escherichia coli produttori di Shigatossina-Stec (+81,5%), sebbene in misura minore rispetto al virus West Nile. Questo aumento ha riportato le segnalazioni dei casi di salmonellosi ai livelli osservati negli anni pre-pandemici. Il rapporto spiega che il 2022 è stato caratterizzato dalla cessazione dello stato di emergenza in Italia, che ha portato a un graduale allentamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia. Questi cambiamenti potrebbero aver favorito il ritorno a uno stile di vita ordinario e all’adozione di comportamenti sociali ed individuali degli anni pre-pandemici, con possibili ripercussioni sull’esposizione dell’uomo agli agenti zoonotici.
Nel 2022, l’Italia ha segnalato un aumento del numero di casi umani per tutte le zoonosi, ad eccezione della campilobatteriosi, il cui numero di casi è rimasto stabile, e della brucellosi, che è diminuita del 37,5% rispetto al 2021. Le malattie zoonotiche più segnalate nell’uomo in Italia sono la salmonellosi (3.332 casi) e la campilobacteriosi (1.539 casi). Al contrario, in Europa, i casi di campilobatteriosi sono circa il doppio rispetto a quelli di salmonellosi. Seguono le infezioni da virus West Nile, listeria monocytogenes ed Escherichia coli produttori di shigatossina (Stec). Non sono stati segnalati casi di echinococcosi e toxoplasmosi. Inoltre, il numero di infezioni da Stec registrate in Italia è stato il più alto mai osservato dall’avvio della raccolta dati ‘Tessy’ dell’Ecdc, superando ampiamente il numero dei casi degli anni pre-pandemici. Questo aumento è principalmente attribuibile alla crescita dei casi di Sindrome emolitico uremica.