Ultimo aggiornamento il 3 Febbraio 2024 by Redazione
Beniamino Zuncheddu: “Mi sentivo come un uccellino in gabbia senza la possibilità di poter fare niente”
Beniamino Zuncheddu, il protagonista di una recente assoluzione in corte d’Appello, ha tenuto una conferenza stampa convocata dai radicali per esprimere i suoi sentimenti riguardo alla sua esperienza in carcere. Durante l’incontro, ha espresso la sua confusione riguardo alle ragioni che hanno portato alla sua incarcerazione, definendo gli errori dei giudici come una delle possibili cause.
“Sono errori che fanno i giudici. In carcere mi dicevano sempre se ti ravvedi ti diamo la libertà. Ma di cosa mi devo ravvedere se non ho fatto niente. Però non ho accettato? perchè non ho fatto niente”, ha dichiarato Zuncheddu. Nonostante la sua assoluzione, l’uomo ha ammesso di non provare rabbia, ma di essere grato al Partito Radicale, alla sua famiglia e a coloro che lo hanno sostenuto durante il processo.
“Il momento più brutto è stato quando mi hanno arrestato e il più bello quando mi hanno liberato. Non so dire come immagino la mia vita ora”, ha affermato Zuncheddu. L’uomo ha rivelato che il suo desiderio era quello di avere una famiglia e di poter costruire qualcosa, di essere un libero cittadino come tutti gli altri. Nonostante il tempo trascorso in carcere, Zuncheddu ha mantenuto la speranza di poter finalmente riposarsi, almeno mentalmente, dopo tanti anni di lotta e incertezza.
Trent’anni di ingiustizia: “Mi hanno rubato tutto”
Zuncheddu ha sottolineato il fatto di essere stato giovane quando è stato ingiustamente incarcerato e di sentirsi ora vecchio dopo trent’anni di sofferenza. Ha espresso il suo dolore per aver perso tutto a causa di un errore giudiziario. Nonostante ciò, l’uomo ha dichiarato di voler cercare riposo, almeno a livello mentale, dopo tante tribolazioni.
Conclusioni
La conferenza stampa di Beniamino Zuncheddu ha offerto uno sguardo intimo sulla sua esperienza di ingiustizia e sulla sua lotta per la libertà. Nonostante il tempo trascorso in carcere, l’uomo ha dimostrato una straordinaria forza interiore e una gratitudine verso coloro che lo hanno sostenuto durante il processo. La sua storia è un triste esempio di come errori giudiziari possano influenzare la vita di una persona, ma è anche un messaggio di speranza e resilienza.